Tra Pittura, Racconti ed Illustrazioni: intervista all’artista Ida La Rana

19 Gennaio 2024 Redazione A&S 464

NELLA FOTO: TRA PITTURA RACCONTI ED ILLUSTRAZIONI INTERVISTA AD IDA LA RANA.

Ida La Rana è una valida artista oplontina dalla singolare cifra stilistica che oscilla armoniosamente tra la Pittura e l’Illustrazione.

L'artista Ida La Rana si approccia sapientemente al figurativo rielaborandolo in chiave favolistica, cosa che le permette facilmente di riscuote ampi consensi anche all'interno della comunicazione visiva legata al campo editoriale. Infatti, di sovente, le opere della brava artista "accompagnano" racconti e storie scritte per il mondo dell'infanzia e non. La sua, è una elegante reinterpretazione della nostra realtà in chiave onirico-fantastica. Conosciamo meglio Ida La Rana attraverso questa intervista testuale che l'artista ci ha gentilmente rilasciato in esclusiva.


INTERVISTA A IDA LA RANA
a cura di Ivan Guidone / Sociologo e Giornalista


Quando e perché ha iniziato a fare Arte?

Durante la mia giovinezza sentivo la necessità di "raccontarmi" attraverso l’immagine e, quando in seguito ho avuto la "consapevolezza" che producevo l'espressione delle mie inquietudini rivelando in modo comprensibile i significati che desideravo comunicare, ho avuto anche la certezza che avrei "dovuto" assolutamente continuare per la mia crescita emotiva, a prescindere da tutto e tutti. Un'arte dunque intima, molto riservata nel suo concepimento, come pratica terapeutica analitica e introspettiva per continuare a conoscere me stessa, tuttora imprescindibile dalla mia volontà. Un “fare arte” come la razionale trascrizione grafico-pittorica della mia passione, con una “ratio” però volutamente benevola, poiché mi lascia fluttuare nella sua struttura organizzata e rassicurante come in un’ampia voliera.

Quali sono i suoi artisti preferiti?

Ho amato da subito Odilon Redon e Gustave Moreau per la loro libertà dai vincoli formali e compositivi, l’uno per la sua inquietudine e la capacità della raffigurazione onirica, l’altro per il misticismo e la sensualità nel raccontare il mito così come i soggetti biblici.

E quali quelli che l'hanno ispirata nella sua produzione pittorica?

Di certo i miei preferiti, Redon e Moreau, mi hanno ispirata tantissimo soprattutto durante la mia formazione iniziale e autonoma, fino a quando ero ancora un’irrequieta studentessa del primo anno della Facoltà di Matematica successivamente, invece, quando ritenni "vitale" assecondare prevalentemente il mio impulso artistico, ho tratto un’ispirazione fortemente formativa dai miei Maestri dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Domenico Spinosa e Crescenzo Berlingieri Del Vecchio, i quali, nel corso degli anni, hanno plasmato la mia “forma mentis”, liberandola dal rigore del silenzio emotivo  per poterla lasciar andare finalmente senza riserve. L’armonia della materia, del segno e del colore di Spinosa, nonché l’ironia e la liricità di Del Vecchio, sono sempre dei reconditi punti di riferimento, contribuendo però alla mia dicotomia stilistica che mi pone sempre tra la pittura e l’illustrazione.

Quale è la collettiva/personale che ricorda con maggiore affetto?

Tutte le esposizioni alle quali ho partecipato sono state molto coinvolgenti, ma tengo davvero tantissimo a quelle dedicate più volte ad una mia pubblicazione, “Oplonia”, una favola scritta e illustrata da me con un soggetto di ispirazione autobiografica: è stato molto emozionante, ma anche imbarazzante, condividere con un “pubblico” le pulsioni emerse dal mio subconscio per raffigurare la ricerca affannosa di una felicità purtroppo rivelatasi illusoria...

È soddisfatta delle sua ricerca pittorica o c'è ancora molto da esplorare per lei?

Per nulla soddisfatta, guai se lo fossi! Percepisco un moto interiore continuo legato alla ricerca del senso della mia stessa vita e l’espressione artistica non può avere percorsi distanti da questa necessità di risposte, magari la distanza è solo nei tempi: confido nella costanza dell’osservazione per non perdere la possibilità di voltarmi nel momento giusto verso uno sguardo, di ascoltare o leggere una parola che  mi evochi immagini, ricordi, tasselli del mio mondo interiore che acquisiscono ulteriori significati, nuove conferme dalle quali ripartire per reinterpretare la realtà circostante e risognare.

Cosa è cambiato in lei dagli esordi ad oggi?

L’aver acquisito col tempo delle competenze che oggi mi permettono di poter esprimere attraverso più linguaggi: la pittura, l’illustrazione e la scrittura. “L’evocazione delle immagini” indotte dall’approccio costante a molteplici generi letterari, la “raffigurazione della parola”, sia essa appartenente ad una prosa o ad una satira, ad una narrazione storica o favolistica, ad un verso poetico o musicale sono ormai indispensabili per rielaborare e produrre la mia arte.

Come vede l'attuale scena artistica contemporanea? Ha trovato difficoltà a farne parte?

È un’arte che sta cambiando profondamente nelle sue tecniche, si utilizzano vastissime gamme di strumenti e le idee espresse, per fortuna, prevalgono spessissimo sui risultati estetici che sono ancora legati ad un gusto divenuto “comune” e ormai fin troppo globalizzato; un’arte che non dimentica il segno, il colore, la materia, ma diventa più percettiva, più profonda nei suoi contenuti, che sa prendere posizione, protestare, stimolare ad un attivismo sociale costruttivo, che sa anche preservare la liricità del proprio “io” a discapito dell’ego. Ciò che mi arriva immediatamente da questa attuale scena artistica contemporanea è proprio l’intensa volontà di generare dialogo e soprattutto riflessione; ed io sono davvero felice di farne parte con il mio modesto contributo, con un’espressione rivolta all’elaborazione emotiva del “mio piccolo mondo” calato nella difficile realtà circostante, ma è in ogni caso “tutto il mio mondo”, è non altro che il riflesso del vivere in questo tempo.

Ritiene utile per un artista avere un Sito e fare uso dei Social?

Assolutamente sì. Del resto l’artista, attraverso le sue opere, è già un “comunicatore” delle proprie idee: perché, dunque, non usare questi ulteriori strumenti di comunicazione per condividerle più velocemente? Tra l’altro c’è un riscontro immediato dell’efficacia dei propri messaggi espressivi, ottimo per potersi confrontare con tutti i target; e il confronto più emozionante e gratificante credo sia con il “fruitore” che commenta l’opera “sussurrando” la propria emozione, comprendendo così più a fondo l’innocenza del mio intento artistico.

Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?

Credo sia opportuno far coincidere il percorso artistico con quello della consapevolezza del sé, alimentare costantemente la ricerca individuale con una conoscenza più ampia sia culturale che delle abilità, fare in modo, poi, che le competenze acquisite possano essere efficaci nell’esprimere correttamente il proprio pensiero: è il concetto espresso che è capace di sovvertire il proprio presente per mutare e divenire. Non deve farsi contaminare mai, nemmeno dai suoi stessi vincoli stilistici. Uno dei suoi intenti maggiori dovrebbe essere quello di confrontarsi sempre con il passato per comprendere meglio i contesti culturali e sociali del presente, così da poter contribuire con le sue opere al nuovo tempo, perché l'arte non è solo bellezza, ma responsabilità nei confronti di chi osserva.

Vuole dire qualcosa ai nostri lettori?

Innanzitutto desidero ringraziare la redazione della pregevole rivista Arte & Società, che mi ha dato l’opportunità di poter condividere la mia esperienza nel mondo dell'arte e far conoscere punti di vista personali. Un ringraziamento speciale va ai lettori che hanno dedicato il loro tempo per leggere questa intervista e mostrato interesse verso la mia visione artistica: spero davvero tanto di essere riuscita a trasmettere con chiarezza la passione e l’impegno nel creare le mie opere. Vorrei concludere ribadendo che l'arte ha il potere non solo di far riflettere, ma anche di sfidare e di mettere in discussione le convenzioni in tutti gli ambiti, non solo artistici. È un veicolo potente, perché ha capacità comunicativa universale e bisogna che diventi uno strumento corale, perché ognuno possa ritrovarsi nel comune sentire, percepire, sognare, rielaborare e produrre.

Ivan Guidone

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Ultimo aggiornamento: 20/01/2024, 13:48