CopertinaContributi e Segnalazioni“Sensibili Attraversamenti”, sedici artisti in mostra ad Avellino (articolo + foto)
26 Aprile 2022 Redazione A&S 3887
Di seguito i nomi degli artisti che prenderanno parte all'esposizione: Beatríz Cárdenas, Anna Catalano, Maria Pia Daidone, Lucia Di Miceli, Alessandra D’Ortona, Rosa Lia Ferreri, Natallia Gillo Piatrova, Nicola Guarino, Alessandro Maio, Mauro Molinari, Lucio Monaco, Viviana Pallotta, Silia Pellegrino, Sandro Perelli, Fernando Pisacane, Achille Quadrini.
La mostra, a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, sarà visitabile fino al 2 Luglio 2022, con i seguenti orari di visita: dalle ore 11:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Il catalogo della mostra sarà distribuito in in sede. Per prenotazioni, potete contattare il seguente numero telefonico: (+39) 338 279 17 10.
Gli operatori del segmento visivo stanno ricominciando a vedersi e a produrre per delle motivate rassegne. Con l’esposizione “Sensibili Attraversamenti” gli artisti presentano opere recenti, formato cm. 60 x 60, di caratura e carattere. Nella coerenza del loro dettato produttivo mostrano lavori dal profilo alto e si potranno, quindi, collazionare i diversi linguaggi adottati. Sono da tempo sulla scena viva dell’arte ed emerge la qualità negli stili diversi adottati. Vuol essere una conversazione tra linguaggi dialettici, illuminati da una rara partecipazione emotiva e da sintassi ben strutturate, da consapevolezze esecutive e da ben calcolati equilibri. Da quest’insieme emergono qualificatissime verifiche. Ogni autore è un consapevole erede delle trasformazioni epocali, nonché artefice di elaborazioni che seguono il nostro tempo, ben vagliando teorie visive e versioni personalissime. Questi sedici artisti alimentano una produzione avvertita, cosciente e certa. Nonostante la scia della conclusione pandemica, dovuta al Covid-19 con tutte le sue varianti, da Delta a Omicron 1, 2 e 3 e della conseguenziale “follia” della guerra Ucraina-Russia, pagina nerissima di un deprimente “cahier de doléances”, si ritorna alle esposizioni e a mettersi in discussione. Gli artisti quali “cercatori d’anima” si organizzano e si coordinano per offrire un contributo, un nuovo “focus” e, così, delineare un nuovo “status” dell’arte. I codici linguistici presenti, diversi tra di loro, ci fanno riflettere e ci permettono di comprendere tutte le dinamiche che sostanziano la misura dell’”esprit” contemporaneo delle arti visive. L’esposizione integra, non solo “sensibili attraversamenti”, ma anche utopie e futuri. Questa motivata mostra ci permette di verificare i fermenti in atto. Questo “meeting-expo” di ricalchi memoriali e di rilievi innovativi, raccolti sul “fil rouge” di tenute e pronunce sensibili, evidenzia un legittimo ventaglio esplorativo e panoramico di profili e di impulsi.
Beatríz Cárdenas riesce a classificare con meticolose redazioni accentuate astrazioni e continua nel suo percorso geometrico-spaziale sino a rendere cromie in “farfalle di luce” e tagli in contrappunti di resilienze estetiche, che connettono dispositivi bilanciati tra àncora e ala. Le linee geometriche predominanti vivono estensioni logico-temporali armonizzate, amalgamate, connesse con un avvincente studio analitico e, così, trattando nuove formulazioni espressive, tempera temi geometrici innestando motivazioni ludiche.
Anna Catalano nello spettro delle vene informali continua a comporre striature elaborate con avvincenti inquietudini e nelle riepilogative composizioni esprime moltiplicate specificità di umori e sensazioni, di sentieri e passi. Riesce a dettagliare su complesse sedimentazioni realizzazioni esemplificative di corporeità. In slanci vitali e in percorsi carichi di rilevanti profondità cromatiche architetta una pratica di evidenze e di esiti per approdare a parabole espressive di tenace resa interpretativa.
Maria Pia Daidone opera per sintesi estreme dando vita a un riassunto di sintesi materica fattuale, che non ha nulla a che vedere con una sintesi materica virtuale, e quest’innovazione seriale distingue la sua produzione, che sviluppa, tra Londra, Napoli e Cantalupo nel Sannio (IS). Intende sottolineare corpo e colori in un insieme fattivo e per ripartire sostanza e movimento e determinare trasparenze e motivazioni, d’impeccabile preziosità semantica, nonché filigrane emotive, d’indiscussa valenza, che agitano onde intime e incapsulano vertigini.
Lucia Di Miceli con preziosismi lirici, in chiave informale, riesce a impadronirsi di uno spazio virtuale di tempra immaginativa e a corroborare in una cerchiatura oculare riflessi di indagine. Stabilisce un inventario potenziale di considerazioni visive, ottenuto dalla gestione di varianti, e comunica colle ultime produzioni organizzate ombre ed estrapolati chiarori in legittime “chances visuelles”, del tutto informate e valenti. In un prisma di prospettive attiva raffronti e organizza qualificazioni alte di giusti riepiloghi.
Alessandra D’Ortona con margini dettati da coerenze operative e da continuità logistiche ha seguito una pista particolare, riuscendo a trovare una “cifra”, che fa avanzare la sua produzione pittorica verso una dimensione, ben calcolata, di proiezione aniconica. Nelle opere emergono frammentazioni di carattere; tratti di volti, effrazioni su corpi, variegati segni e segnacoli, nonché screziate segnature, che s’allargano a conquistare lo spazio. Con programmati intendimenti procede per sviluppare sintesi e rafforzare rilevanti disamine.
Rosa Lia Ferreri procede per sintesi per corroborare spaziature informali di ben chiara tenuta e di bilanciato sguardo e tra controlli chiasmatici e spessori materici cerca di aumentare un potenziale cromatico in una sorta di diario di crescita, sino a documentare afflati e orizzonti per offrire originalità visive, partecipi e ricche di rimandi interiori. Tra stacchi, segmentazioni e impulsi coloristici forti matura sentimenti e pienezze d’esperta espressione.
Natallia Gillo Piatrova, sempre con acume, vaglia e coordina un’esplosività potenziale di soggetti icastici e illumina il suo percorso di scelte operative, mantenendo ben salda la sua pronuncia coloristica, rilevante e forte. Sperimenta con continuità nuovi adattamenti e nuove soluzioni su situazioni e circostanze visive emblematiche di supporto emozionale e con avveduta scioltezza crea immagini d’ampio respiro e di confortante tensione per acquisire soglie di limiti e ventagli di novità propositive.
Nicola Guarino col suo brillante e corposo informale riesce a completare stesure di tenuta e ad allargare ventagli esplorativi di crescente interesse, nonché frazioni cromatiche convincenti. Con l’esperienza, guadagnata negli anni, elabora contenuti visivi determinati ed essenziali, in una comunicazione esclamativa, di forte impatto emotivo e di elegante resa. Si sviluppano nei suoi lavori affondi poetici, congrui e verificati, che innestano cammini esistenziali di revisioni e di rilanci, nonché reti articolate di simboli radicali e fluidificanti.
Alessandro Maio riesce con adeguate elaborazioni a concretizzare un “iperrealismo astratto” in cui le forme geometriche sovrapposte, tridimensionalmente trasparenti, dipinte con la tecnica della velatura, s’indirizzano a siglare energie e nuove interpretazioni. Un dinamismo emotivo converge a sottolineare un vorticismo finitimo alle varianti geometriche del cubismo e grazie a spirali cromatiche e volumetriche registra un’efficace correlazione emblematica di una rete di risposte, sapientemente, disposte.
Mauro Molinari riesce a conquistare, istantaneamente, la fruizione più vigile e attenta. I suoi lavori piacciono e si confermano sempre diretti ed esplicativi. Dettaglia con singolari visioni figure deframmentate mentre coriandoli segnici tratteggiano la complessità della vita metropolitana, non sempre semplice, che si “finge” nelle trame della laboriosità, nonché delinea e determina una consistente e singolare valenza pittorica, che gli permette di essere immediatamente riconoscibile per la dimensione analitica.
Lucio Monaco con le sue elaborate composizioni e gli appassionati décollages rimescola sensazioni interiori, legate a films, nonché alle scene del mondo dello spettacolo e della cultura; quindi, le sue opere chiariscono e determinano forti connotazioni sociali e rideterminano la lettura di “affiches” e di manifesti sintetici. La costruzione segnica è tutta sviluppata su iconicità di “mass-appeal” mentre una fantasia pulsante accompagna una rapidità risolutiva d’azione su figure, personaggi, avvenimenti epocali, momenti d’attualità.
Viviana Pallotta, produce, in un flusso continuo di prove, da esperta internauta, spunti, studi e osservazioni per cogliere, tra radici vissute e riporti iconici, molteplici identità, che classificano le variegate presenze del mondo. Intende inserire e incapsulare con il lavoro per pagine elettroniche un flusso di immagini, di riporti e di sequenze di elaborazioni eidomatiche, che, in un ardore compositivo, fissano una teoria di intelligenti e continue collazioni, che declinano riferimenti epocali e quotidiane novità.
Silia Pellegrino con libertà prova a comporre redazioni d’impatto con tocchi di pennello a irradiazione continua per un percorso di istruttive conoscenze. Da tempo, sta provvedendo a nuove serie e ha elaborato, nella continuità di palpiti rapidi, rapsodiche elaborazioni a mo’ si sintesi espressive per una disciplinata considerazione. Con meditata voglia stringe le emblematiche circostanze del mondo contemporaneo per trasportare e trasfigurare in pittura quei fermenti positivi di intuizioni e di riflessioni.
Sandro Perelli s’ispira coi suoni, perché vive di musica col suo inseparabile sax, e trasferisce nelle sue elaborazioni visive ritmi e cadenze per poter arrivare ad associare a dimensioni sonore considerazioni estetiche, sempre votate a modulazioni e a figure musicali conosciute. Da “front-man” col sax s’esprime al meglio e nella considerazione ed estensione integrale d’artista, che potremmo considerare, sviluppa anche elaborazioni di proiezioni di suoi lavori pittorici in concerti di big-band-jazz all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Fernando Pisacane in un giusto atteggiamento d’artista, di fronte a una confusione perseverante, reagisce in senso critico predisponendo una sua lettura della consistenza collettiva, che, per vari versi, agglutina ansia e tratti di disperato temporeggiamento protettivo e, così, indica le problematicità, le incongruenze della vita, le impervie correnti che deve risalire e si fa garante di analisi approfondite per scontornare le negatività e limare circostanze sfavorevoli e con calde impressioni assorbe e vive la confusione degli altri e anticipa il declino del pensiero.
Achille Quadrini viaggia in stretto rapporto con l’ecosistema, riappropriandosi di valori essenziali come il senso della terra, della natura, dell’energia pura, della storia dell’uomo, Rivisita in chiave ludica proprio in virtù dell’oggetto scelto, che dal riciclo trae la propria dimensione energetica: sfere, triangoli, quadrati come sunti di vita in pannelli geometrici. Nelle dinamiche di pensieri riflessi propone orientamenti reticolari e condensa con una profonda presa di coscienza disamine di ciò che sedimenta d’interessante e compatto.
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Ultimo aggiornamento: 26/04/2022, 07:38