CopertinaContributi e SegnalazioniRaffaello a Capodimonte: mostra prorogata fino al 24 Ottobre
6 Ottobre 2021 Paolo Carotenuto 2874
La mostra, a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza, è stata lo spunto per valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo, attraverso un percorso insolito volto non solo all’esposizione delle opere d'arte, ma anche ad analizzare il lavoro della bottega dell'artista e dei suoi seguaci, mettendo in luce il lavoro dietro la genesi di creazioni originali, multipli, copie e derivazioni.
LE OPERE DI RAFFAELLO AL MUSEO DI CAPODIMONTE
Il Museo di Capodimonte conserva alcune opere autografe di grande rilevanza, che permettono di esemplificare i momenti principali della carriera dell'artista: L’Eterno e la Vergine, due frammenti della Pala di San Nicola da Tolentino (1500-1501) prima opera nota del diciassettenne Raffaello, dipinta per la chiesa di Sant’Agostino di Città di Castello, distrutta alla fine del Settecento, il Ritratto di Alessandro Farnese (1511 circa) il giovane cardinale che tanti anni dopo diventerà il potente papa Paolo III, il Mosé e il roveto ardente (1514) cartone preparatorio eseguito per l’affresco della volta della Stanza di Eliodoro in Vaticano, la Madonna del Divino Amore (1516-18) dipinto tra i più ammirati dell’artista nel corso del Cinquecento, poi caduto nell’oblìo e sottratto solo recentemente, anche grazie alle indagini scientifiche e al restauro, alla sfortuna critica in cui era caduto nel Novecento.
Ma Capodimonte conserva anche un’opera fondamentale di Giulio Romano, il principale allievo di Raffaello, la Madonna della gatta (1518-1520 ca.?), eseguita seguendo un modello del maestro, e di cui le indagini diagnostiche aiutano a comprendere meglio tanto la complessa genesi esecutiva, quanto le cause dei problemi che ne hanno resa problematica la conservazione. Una serie di copie, derivazioni, multipli, alcune delle quali forse elaborate nella bottega stessa dell'artista (Madonna del Passeggio, Madonna del Velo), altre per mano di artisti di prima grandezza per committenti importanti – è il caso della famosa copia del Ritratto di Leone X di Andrea del Sarto – dove la nozione di ‘copia’ costeggia quella di ‘falso d’autore’, e che secondo Vasari avrebbe ingannato lo stesso Giulio Romano – o forse per esercitazione, come il San Giuseppe dalla Madonna del velo realizzato da Daniele da Volterra. Queste, assieme ad altre realizzate da più meccanici copisti (Madonna Bridgewater) permettono di esplorare ad ampio raggio questo tipo di produzione, che costituiva larga parte dell'opera delle botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio artistico.
La mostra, inaugurata lo scorso 10 Giugno con termine il 13 Settembre, è stata prorogata fino al 24 Ottobre 2021, ed è visitabile presso il sede Museo e Real Bosco di Capodimonte (via Miano 2, Napoli - I piano, sala 5-6-7) tutti i giorni dalle ore 8:30 alle 19:30 con ultimo ingresso alle 18:30 (chiuso il Mercoledì).
Paolo Carotenuto
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Ultimo aggiornamento: 06/10/2021, 09:46