Parco del Grassano, una gemma nascosta nel beneventano

11 Novembre 2021 Redazione A&S 4849

NELLA FOTO: PARCO DEL GRASSANO.

Una articolo di cultura ambientale dedicato al Parco del Grassano, splendida realtà alla porte di San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento.

Sono tanti coloro che, da tempo e tuttora, partono alla volta delle Fonti del Clitunno, per visitare il celebre parco delle sorgenti dell’affluente del fiume Topino, a sua volta affluente del Tevere; e ben vengano, se si tratta di abitanti della parte d’Italia situata a nord dell’Umbria. Viceversa, se il viaggio è intrapreso da chi vive a sud di tale regione, è opportuno che costui sappia che un parco, non meno suggestivo di quello, è a un tiro di schioppo, o poco più, da casa sua, a San Salvatore Telesino.

San Salvatore Telesino, il Comune più vasto della Valle Telesina, è conosciuto ed apprezzato, per lo più, per l’Abbazia benedettina, per i resti dell’antica Telesia, magari anche per il Palazzo ducale dei Pacelli (antenati di Pio XII); meno conosciuto, viceversa, è il Parco del Grassano.

Il Rio Grassano, affluente del fiume Calore, a sua volta affluente del Volturno, ha le sue sorgenti alle pendici del Matese e, dopo un percorso sotterraneo, emerge proprio alle porte di San Salvatore Telesino, dove un’ampia area circostante, esteso per 120.000 metri quadrati all’incirca, ne costituisce il parco. Le acque del fiume, pure limpidissime e assolutamente non inquinate, hanno un elevato contenuto di calcio, il che ne sconsiglia l’assunzione.

Fino a una trentina di anni fa, l’area versava in uno stato di abbandono pressoché totale, il che può avere sicuramente ostacolato la conoscenza del luogo. Da tale epoca, però, e fino a oggi, grazie all’intervento di Pompilio Colella, operatore turistico e produttore di raffinati oli e vini, tutto il territorio è stato sistemato a parco, con piantumazione di essenze arboree, e accoglie numerosissimi visitatori, durante l’intera parte dell’anno di apertura al pubblico (Marzo / Ottobre). La fauna che popola il parco, lungo le rive del fiume e nelle sue acque, è costituita, principalmente, da anatre e altri volatili acquatici e da timide, simpaticissime nutrie (i cosiddetti “castorini”).

Al suo interno, il parco conserva due importanti strutture: l’antico mulino, oggi attrezzato a ristorante, e la centrale idroelettrica, significativo monumento di archeologia industriale. L’offerta del ristorante si segnala, in maniera particolare, per gli gnocchi con i “sanacciuoli” – gustose alghe estratte dal fiume –; per chi, però, preferisca il “fai da te”, sono disponibili, su prenotazione telefonica, numerose postazioni da picnic, costituite da capanni con tavolo, panche e barbecue per preparare grigliate.

L’assenza di traffico veicolare (auto e altri veicoli vanno parcheggiati nel piazzale antistante all’ingresso) consente ai bambini di giocare, senza correre pericoli, nella parte di parco più distante dal corso d’acqua, usufruendo anche dei giochi messi a loro disposizione dalla direzione del parco. A loro volta, gli adulti possono prendere a nolo canoe, per navigare lungo un tratto del rio.

In definitiva, il Parco del Grassano è il luogo ideale per trascorrere una giornata piacevolmente diversa, senza dover risalire l’Italia, fino al tratto di strada statale compreso tra Spoleto e Foligno. Che dire, sembra un po’ la storia delle uova: le depongono sia le oche, che le galline; ma le prime lo fanno in silenzio, mentre le seconde lanciano nell’aria ripetuti “coccodè”. Ebbene, le nostre mogli la frittata la fanno proprio con le uova di queste ultime.

Sergio Zazzera

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Ultimo aggiornamento: 11/11/2021, 13:20