“Le cattedrali della memoria”, mostra personale di Fabio Pacifico

5 Marzo 2025 Redazione A&S 533

NELLA FOTO: LE CATTEDRALI DELLA MEMORIA MOSTRA DI FABIO PACIFICO.

Dal 1° al 15 Marzo 2025, presso l'Atelier Controsegno a Pozzuoli (Napoli), la mostra personale di Fabio Pacifico dal titolo “Le cattedrali della memoria”, a cura di Veronica Longo.

Di origine casertana, classe 1965, Fabio Pacifico si distingue per la sua poetica intima e riservata. Se da un canto la sua formazione liceale è scientifica, a cui sono seguite la laurea in Medicina con la specializzazione in Chirurgia, dall’altro, la sua anima resta profondamente legata all’amore per l’arte, a cui si annoda, tramite un filo invisibile, quello per l’architettura con il suo senso spirituale e dell’immenso, coniugando così cultura e innovazione tecnologica. Dipinge fin dalla tenera età di cinque anni, cimentandosi con i pastelli e le tecniche miste, che utilizza per disegni a matite e carboncino, in cui cerca di far trapelare l’essenza di chi rappresenta (spesso si tratta di persone a lui note, come i suoi pazienti), privilegiando poi la pittura a olio, l’acrilico e il collage. Osservando le sue opere, si nota come la maggior parte delle rappresentazioni siano cattedrali, alcune di pura invenzione, in altre si possono rilevare forme conoscibili, come i campanili millenari, che rimandano ai borghi italiani che, nonostante lo sviluppo tecnologico, e l’era digitale, andrebbero fortemente tutelati come patrimonio culturale e umano. Non a caso, ciò che senza dubbio attira l’attenzione, è l’inserimento dell’orologio, elemento che ricorre frequentemente, quasi a voler sottolineare il valore del tempo e della memoria.

A ben vedere, pur essendo di natura spiccatamente figurativa, i suoi lavori si collocano tra il senso del fantastico e della meraviglia, coniugandosi con la dimensione del sogno e dell’irreale. Di primo acchito le atmosfere potrebbero mostrarsi al confine con la metafisica, depredate però da quel senso di vuoto, smarrimento e solitudine, per lasciare maggiore spazio a un clima surreale, in cui forme geometriche come prismi, sfere, cubi, si compongono come piccoli “lego” per la costruzione di edifici immensi e maestosi; si potrebbe intravedere qualche labirinto di ricordo escheriano, senza però lasciare lo spettatore nel dubbio di un enigma insolubile. Dal punto di vista puramente formale e tecnico, le opere, quasi sempre di grande dimensione e formato verticale, si presentano con nitidezza, rigore delle linee, perizia di supporti diversi in cartone o foglia oro incastrati, poiché nulla è affidato al caso, ma tutto è diligentemente costruito e ricercato, così come l’accostamento dei colori, prevalentemente freddi, che richiamano il subconscio e la meditazione. Persino i quadri più spiccatamente “astratti”, rivelano una coerenza e un equilibrio degli spazi, lasciando intravedere le forme latenti dell’immaginario.

Questi dipinti rivelano una dimensione profonda, con un valore e un significato che va oltre la mera apparenza: se, infatti, già la casa, simbolicamente, è il luogo dove si può trovare riparo, ancora di più lo è la cattedrale che, per l’immensità della sua struttura, oltre al suo valore spirituale, diviene la sede in cui rifugiarsi, trovare accoglienza e protezione, serbare preghiere e promesse, voti o speranze a cui affidarsi nei momenti di difficoltà. Ogni uomo, durante la sua vita, erige edifici, costituiti da aspettative, indipendentemente se poi queste vengano realizzate e, in questo percorso, inevitabilmente, deve fare i conti con il tempo che si dilegua, da qui la presenza costante e l’importanza dell’orologio, che sta lì a scandire le ore, elemento meccanico all’interno di un incastro poliedrico da cui non è possibile slegarsi. Tuttavia, il senso di pura leggerezza, l’elevarsi verso il cielo, lascia lo spettatore incredulo e fiducioso che, al di là delle articolate strutture, c’è un orizzonte, uno spazio personale, in cui trovare e collocare i propri sogni e le pagine trascorse di un libro che, pur se in parte già scritto, merita di essere gelosamente conservato tra gli affetti più cari.

Durante la serata del vernissage si è svolta un'esibizione del cantautore Antonello Musto che ha proposto Viaggio nella mia guerra, mentre per il 7 Marzo, alle 18:00, Mino Iorio introduce il Prof. Rosario Pinto, autore del libro La figurazione materica, una raccolta di avvenimenti artistici e protagonisti degli ultimi 120 anni di storia della figurazione pittorica italiana e campana. La mostra di Fabio Pacifico, ad ingresso libero, è visitabile fino al 15 Marzo dalle ore 16:00 alle 20:00, eccetto il Mercoledì, mentre Sabato e Domenica dalle 10.30 alle 13:30 e dalle 16:00 alle 20:00. Per ulteriori informazioni e contatti: (+39) 333 2191113 / controsegno@libero.it.

La Redazione

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Ultimo aggiornamento: 05/03/2025, 20:17