CopertinaContributi e SegnalazioniL’artista tedesca Rebecca Horn ritorna a Napoli con delle sculture meccaniche (articolo + foto)
12 Marzo 2022 Redazione A&S 3011
È ancora vivido tra i napoletani il ricordo di quando, nel Natale del 2002, Piazza Plebiscito fu invasa da trecentotrentatré teschi neri in ghisa e settantasette neon circolari: erano le capuzzelle di Rebecca Horn. Questa volta, invece, l’artista tedesca ci stupisce con sei sculture meccaniche, realizzate tra il 1988 ed il 2022, e tre Bodylandscapes, grandi disegni che corrispondono all'estensione massima del corpo dell'artista.
La mostra, a cura di Laura Trisorio, sarà visitabile dal Lunedì al Sabato, dalle ore 10:00 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Per maggiori informazioni, potete contattare il numero telefonico (+39) 081414306 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica info@studiotrisorio.com
In ogni opera della Horn traspare la sua poetica incentrata sul concetto di energia, e da ciascuna di esse sembra scaturire una forza misteriosa che evoca desideri intrisi di sensualità ed eros, una corrente emotiva che connette lo spettatore al mondo interiore dell’artista, alla sua stessa anima. Le sculture meccaniche di Rebecca Horn hanno una vita propria, esprimono un universo denso di riferimenti e allusioni. Così nell’opera Art Eeaters (Mangiatori d’arte) del 1998 alcuni grilli meccanici, simboli di vita, di rinascita e di trasformazione, si muovono sulla superficie di grandi tele bianche su cui l’artista ha dipinto macchie di colore blu.
Come i surrealisti, la Horn combina provocatoriamente nelle sue opere cinetiche oggetti eterogenei creando accoppiamenti inaspettati di grande forza poetica e usa ripetutamente oggetti quotidiani o presi dal mondo della natura caricandoli di significati simbolici e metaforici, come i pennelli nell’opera Die zehnköpfige Schlange (Il serpente a dieci teste), le scarpe da sposa in Die Preussische Brautmaschine (La macchina nuziale prussiana), gli specchi in Die Bruste der Dreieinigkeit (I seni della trinità) o la conchiglia in Die Dreifaltigkeit der Begierde (La trinità del desiderio), metafora dell’universo femminile.
I Bodylandscapes intitolati rispettivamente Schreib Winde (Argano da scrittura), Feder Flug (Volo di piume) e Schwebezustand der Seelenfrucht (Stato fluttuante del frutto dell’anima), sono realizzati come atti performativi capaci di mettere in relazione il mondo interiore dall’artista e quello esteriore, attraverso la forza impulsiva e immediata del segno che evoca sulla superfice immagini di paesaggi cosmici. Questi lavori, intesi non solo come tracce del movimento fisico, ma anche come espressioni di spinta emotiva e passionale, caratterizzano il percorso della Horn e, seppur con un mezzo espressivo diverso, sono in continuità con le sue performance degli anni Settanta incentrate sul corpo.
(Guarda anche il reporto fotografico su “Lo Stato dell’Anima”)
Ivan Guidone
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Ultimo aggiornamento: 08/09/2024, 11:05