L’arte rivoluzionaria di Jackson Pollock: un breve sguardo sociologico

4 Giugno 2022 Redazione A&S 4291

NELLA FOTO: JACKSON POLLOCK – UN ARTISTA RIVOLUZIONARIO.

Considerato già ai suoi tempi uno dei più grandi artisti viventi negli Stati Uniti d’America, l’artista visivo Jackson Pollock è stato il massimo rappresentante della cosiddetta pittura d’azione (action painting) ed uno dei più grandi nomi dell’espressionismo astratto.

Nel secondo dopoguerra, l’espressionismo astratto rappresentò il primo grande movimento artistico tutto “a stelle e strisce” che riuscì a dislocare radicalmente la Capitale dell’Arte da Parigi a New York. Questo “spostamento” segnò un decisivo punto di svolta rispetto al passato che permise ad artisti statunitensi come Pollock di raggiungere una vasta visibilità anche in Europa. La redazione di Arte & Società vi propone questo breve ed inedito saggio sociologico a firma di Rossella Saluzzo su questo straordinario artista americano.


POLLOCK, UN ARTISTA RIVOLUZIONARIO
a cura della sociologa Rossella Saluzzo


Dream vision / Dripping / Click / Action Painting / So I express myself, I’m Jackson Pollock.

Questa potrebbe essere l’ipotetica “formula magica” per riassumere, con poche ma salienti parole, l’arte rivoluzionaria di Jackson Pollock, dove è tangibile il rapporto virulento tra la proiezione del suo inconscio sulla tela – totalizzante, estraniante, fuori controllo – e l’atto finale di un incontro tra sensi e vibrazioni – simili alle onde di un elettroencefalogramma – in cui si racchiudono i movimenti del corpo, utilizzato come mezzo o come capro espiatorio, per liberare energie anarchiche e, allo stesso tempo, fisicamente estenuanti.

Ed è proprio da un click, scattato nella mente di questo straordinario artista nativo del Wyoming, che è scaturita tutta la sua arte esplosiva. Il suo essere è completamente fuso con la sua genialità, plasmato dalla forza creativa di un tourbillon artistico ed emotivo, che ancora oggi risultano unici.

Tra vernici acriliche e pennelli, tra schizzi e gocce di colore, Jackson Pollock – che ha vissuto in prima persona il Proibizionismo, la Crisi del 1929, lo shock delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e la logorante Guerra Fredda – ha creato, nei recessi della sua psiche, una sorta di “Effetto Farfalla” di Lorenz: un vortice di astrattismo, in cui si incordano i giorni inspiegabili, le cannonate dell’anima, le lame compulsive inferte all’arte da una mente scissa, il black out dei pensieri e la fibrillazione di emozioni discordanti.

Il punto di svolta nella carriera di Pollock avvenne quando il tormentato ed alcolizzato artista statunitense incontra nel 1943 la nota mecenate d’arte Peggy Guggenheim che gli commissiona un enorme dipinto su tela dalle dimensioni di un murale: Mural. L’opera è caratterizzato da pennellate a vortici arcuati e spruzzi di colore che daranno in seguito origine alla celebre tecnica a colatura, ispirata dalla pittura con la sabbia utilizzata nei rituali dagli stregoni nativi americani.

Morto nel 1956 a causa di un incidente automobilistico, a soli quarantaquattro anni, Pollock ha raccontato nel corso della sua breve esistenza le contraddizioni della realtà, descrivendo tutto ed il contrario di tutto: il caos primigenio – enigmatico, tenebroso che avviluppa l’abisso della mente – e gli istinti ancestrali che dominano la logica matematica, l’annientamento dell’altro in nome di un cambiamento epocale, la rabbia di essere malamente strumentalizzato, la fuga nell’alcool ed i suoi effetti allucinatori, la possessione della sua opera d’arte, vissuta in una pellicola osmotica dove il binomio Arte / Artista crea quello che in narratologia è definito come un personaggio emblematico.

Oggi, forse più che mai, le opere di Jackson Pollock si possono inquadrare come un “punto di rottura” tra un passato pittorico (costituito da canoni e regole da rispettare) ed un presente – quello della sua epoca d’appartenenza – che lo ha consegnato a noi posteri come una icona assoluta. Tant’è che, dopo la sua morte, Lee Krasner – artista e moglie di Pollock spirata nel 1984 – volle mantenere viva l'eredità artistica del marito, aprendo la loro casa – la Pollock-Krasner House and Studio – per visite pubbliche.

Rossella Saluzzo

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Ultimo aggiornamento: 04/06/2022, 17:30