CopertinaContributi e SegnalazioniLa scultura “L’Ombra di Guernica” di Joan Crous esposta nella Basilica di San Petronio a Bologna
25 Aprile 2025 Redazione A&S 68
L’opera “L’Ombra di Guernica” è ispirata al messaggio pacifista del Pontefice argentino, così come afferma lo stesso artista: Ho sempre pensato che sulla guerra finora i concetti più pacifisti li avesse espressi Papa Francesco. Ed è questo il motivo per cui, pur da non credente, fin dall’inizio ho chiesto che a ospitare la mia opera fosse la chiesa dei bolognesi per eccellenza, una comunità alla quale mi sento di appartenere dopo aver vissuto oltre trent’anni qui.
L’arcivescovo di Bologna, Sua Eminenza Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha immediatamente accolto la proposta di Joan Crous: Esporre questa opera in San Petronio è legato anche a un’attenzione che Joan Crous trova nelle parole di Papa Francesco, che era davvero il massimo leader internazionale della lotta contro la guerra. Il suo messaggio della pace, talvolta deformato e mal interpretato, al contrario suscitava in tanti come Joan partecipazione, speranza, convinzione e un’alleanza per raggiungere quella grande visione di Papa Francesco che è “Fratelli tutti”. Esporla oggi in San Petronio può aiutarci, come può fare l’arte, a contemplare la sofferenza e scegliere sempre l’unica via per combatterla che è quella del dialogo e dell’intelligenza dell’amore, che conosce e contrasta il Male e lo sa prevenire.
La “Guernica” di Joan Crous verrà dunque esposta in anteprima nella Basilica di piazza Maggiore da Sabato 26 Aprile alle 18:30, anniversario del bombardamento del paese basco di Guernica avvenuto nel 1937 durante la Guerra Civile Spagnola, fino al 29 Giugno. Quella strage (le vittime stimate furono tra i 200 e i 300 civili, ma il numero esatto non si è mai saputo) ispirò il celeberrimo dipinto di Pablo Picasso, e a quel capolavoro si è a sua volta ispirato Joan Crous per la sua interpretazione. L’opera sarà presentata da Monsignor Andrea Grillenzoni, il primicerio di San Petronio che ha deciso di confermare la cerimonia nonostante il lutto per dedicarla alla memoria del Santo Padre, e da Milena Naldi (storica dell’arte). A seguire si esibiranno in chiesa la compagnia catalana tra coro e teatro Cor de Teatre, il pianista Carmelo Travia e la soprano Alessandra Catania. Dalla Catalogna arriveranno il presidente della Diputació di Girona nonché sindaco di Banyoles, Miquel Noguer, e Lluís Coromina, presidente della Fundació Lluís Coromina di Barcellona.
L’opera potrà essere ammirata gratuitamente fino al 29 Giugno 2025 negli orari di apertura della Basilica tutti i giorni dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:30. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con il Cenacolo delle Arti e con il sostegno di Emil Banca, Legacoop, Randi Group, Moreno Motori, Teleimpianti e Arredart. Il catalogo verrà pubblicato a fine mostra dall’editore Lamberto Fabbri. “L’Ombra di Guernica” è una scultura in pasta di vetro e polvere realizzata tra il 2019 e il 2025 tramite un processo di fossilizzazione ideato da Crous e da lui denominato embulcall. Si tratta di un pannello verticale in altorilievo di grandi dimensioni (8,20 x 4,10 metri: le stesse misure della Guernica di Picasso), ottenuto dalla fusione di polvere di vetro recuperato per ricavarne milioni di piccole schegge. Pesa quasi una tonnellata e mezza ed è composta da 770 mattonelle cotte in stampi di sabbia. “L’Ombra: la città degli uomini”: durante gli oltre due mesi di permanenza dell’opera in San Petronio saranno organizzate serate speciali di musica, poesia, letture e dialoghi. Il primo appuntamento è fissato per il 12 Maggio (ore 20:30) con il concerto di Roberta Giallo dopo il racconto critico dell’opera a cura di Roberta Tosi, Davide Rondoni e la musica di Teo Ciavarella e dei Santa Balera.
Joan Crous è nato nel 1962 a Banyoles, vicino Girona a 50 km da Barcellona. Dal 1989 vive a Bologna dove è presidente della Coop sociale Onlus Eta Beta (2,4 milioni di fatturato annuo, 60 lavoratori dipendenti di cui il 40% svantaggiati) fondata nel 1992 insieme alla moglie Giovanna Bubbico. Crous ha frequentato il liceo a Barcellona e lì si è laureato in Storia dell’Arte prima di conseguire un dottorato in scienza dell’alimentazione a Bologna. Ha studiato arte alla Llotja di Barcellona e alla Ècole des Arts Décoratifs di Strasburgo. Ha una formazione pluridisciplinare. Si è specializzato nel campo del vetro visitando realtà internazionali (Strasburgo, Praga, Montreal, Stati Uniti...) e approfondendo tecniche diverse, tra le quali conservazione e restauro presso Romont in Svizzera e Milano. Dal 1994 Crous ha elaborato un’originale e rivoluzionaria tecnica di lavorazione del vetro che gli è valsa nel 2014 il Glass Venice Prize dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti in collaborazione con la Fondazione Musei civici di Venezia. L’innovazione tecnica si sposa perfettamente ad un concetto di fragilità dell’operare umano e di fugacità temporale. Ha realizzato quattro cicli di opere: A mani aperte, Cenae, Relictae e Omaggio a Morandi. Il Progetto Cenae, iniziato nel 1996 e tuttora attivo dopo venti versioni, è stato esposto per la prima volta alla Biennale internazionale del vetro di Venezia. Sono mense, con avanzi di cibo, stoviglie, bottiglie e oggetti di uso quotidiano, immortalate dalla tecnica di fossilizzazione di Joan che crea un effetto Pompei. Le sue opere sono state esposte alla Biennale d’arte contemporanea di Murano, all’Università di Bologna, al chiostro di San Domenico del Museo Civico di Imola, al Musée du Verre di Sars Poteries, al museo Départemental del Antiquités a Rouen, al Centre Tignous d’art contemporain de Montreuil (Parigi), alla Fondazione Würth in Germania, alla Fondazione Vila Casas a Barcellona, al musée archéologique du Val-d’Oise in collaborazione con la sezione archeologica del Museo del Louvre e ad Arte Fiera a Bologna, a Pavia presso il Palazzo Visconteo, a Bologna nel Palazzo Pepoli e presso la Fondazione Zucchelli.
Nota di Matteo Maria Zuppi (Arcivescovo di Bologna):
Conosco e apprezzo tanto Joan Crous che è un artista creativo e sensibile alle grandi sfide della convivenza, dell’incontro e della sofferenza degli uomini. La sua interpretazione della Guernica di Picasso è una grande suggestione che ci aiuta a capire oggi quell’orrore, simbolo di tutti i bombardamenti, le violenze e il dolore che la guerra produce. È un grande grido che ci fa sentire cosa significhi davvero la guerra, tutt’altro che un videogioco ma una tempesta che distrugge la vita di tutti. Grazie alla Guernica di Picasso e a quella di Crous entriamo nella violazione dell’uomo contro sé stesso e contro il Creato. Perché esporla oggi in San Petronio? Per aiutarci, come può fare l’arte, a contemplare la sofferenza e scegliere sempre l’unica via per combatterla che è quella del dialogo e dell’intelligenza dell’amore, che conosce e contrasta il Male e lo sa prevenire e risolvere. Esporre questa opera in San Petronio è legato anche a un’attenzione che Joan Crous trova nelle parole di Papa Francesco, che era davvero il massimo leader internazionale della lotta contro la guerra. Il suo messaggio della pace, talvolta deformato e mal interpretato, al contrario suscitava in tanti come Joan partecipazione, speranza, convinzione e un’alleanza per raggiungere quella grande visione di papa Francesco che è “Fratelli tutti”. Non dobbiamo mai dimenticare che la guerra non è mai tra nemici ma tra fratelli che non si riconoscono più, come fu quella Civile in Spagna e come è ogni conflitto. È motivo di soddisfazione ulteriore per Joan poter esporre in chiesa questo suo grido di dolore che interpreta la sofferenza delle persone.
Nota di Milena Naldi (Storica dell’Arte):
Joan è un artista sociale. Trasforma con la materia del vetro il dolore in bellezza; gli scarti della società trovano una vita eterna, la loro fossilizzazione parla del passato lontano e del futuro in un agire sociale quotidiano. L’Ombra è la minaccia della guerra totale che si aggira su di noi. Della Guernica di Picasso conserva le forme, ma qui la materia e la luce lattiginosa, colore di sabbia, di polvere, costruiscono una scultura di schegge di oggetti salvati con il potere di evocare sia distruzione che salvezza. Senza retorica l’arte di Joan agisce non solo per denunciare, ma per dare una risposta al ripudio della guerra. Creare bellezza per impedire alle falene di illudersi che quel fuoco sia la risposta giusta invece che la morte certa per tutti. L’uomo è attratto dalla guerra “...come le falene dalla luce mortale del fuoco” (A. Baricco).
Nota di Joan Crous (Scultore):
Trovo che sulla guerra finora i concetti più pacifisti li abbia espressi Papa Francesco. Essere in questa chiesa che ha anche una storia sociale, ha un forte significato simbolico anche per me che vivo ormai da trent’anni qui e mi sento bolognese. Ombra è una parola piena di contenuti contrapposti. Ombra è curiosità, apertura, immaginazione, presenza sospesa. Ma ombra è anche paura, mancanza, ignoto e, soprattutto, è un presagio. Guernica è il simbolo, dopo gli anni ‘40, di un nuovo modello di distruzione di massa: un esperimento scientifico pensato a freddo per collaudare un’arma bellica all’epoca senza precedenti, cioè il bombardamento di una popolazione civile indifesa, all’ora del mercato di paese, al fine di ottenere terrore su uomini, donne e bambini, senza esclusione. Oggi viviamo nella frenesia del quotidiano. Abbiamo paura di volare, per non cadere. E così, come un’ombra, certe cose appaiono sul nostro vissuto: parole forti, azioni violente o lividi altrui. L’Ombra è una scultura di frammenti che parte da una traiettoria ventennale in cui ho riflettuto sui diversi aspetti della quotidianità e della relativa simbologia, in particolare sugli oggetti di ogni giorno. Ho recuperato milioni di frammenti di vetro e materiale dai rifiuti della vita quotidiana per fossilizzarlo e cristallizzarlo con la polvere di vetro. È un’opera all’apparenza grigia senza colore né forma proprio come una città bombardata dall’alto vista dall’alto, ma trasparente come una radiografia quando viene invece attraversata ed esaltata dalla luce naturale, come una vetrata. Ed è lì che in controluce emergono allora le assonanze coi principali simboli della Guernica di Picasso: la morte, la donna che brucia, il cavallo... La mia scultura ha le stesse dimensioni del dipinto di Picasso cioè quelle di uno schermo cinematografico sul quale vennero proiettate nei cinegiornali le immagini di bombardamenti e propaganda fascisti, ma non è una semplice imitazione. Nel 2019 sulla spinta emotiva degli scontri tra gli indipendentisti catalani e il governo spagnolo volevo spiegare ai bolognesi cosa significasse la Guernica e fare qualcosa contro tutti i nazionalismi e fascismi. Quello che poi è accaduto dopo e che nel 2020 era assolutamente inimmaginabile, come la pandemia e le guerre in Ucraina e Palestina, ha cambiato tutto e dato ancora più forza al messaggio. L’Ombra è una proiezione di quanto accade oggi e tra i frammenti di vetro che compongono la textura, questa superficie in rilievo, ci sono anche le boccette dei vaccini e i proiettili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 26/04/2025, 12:55