Una conversazione con la prolifica e poliedrica artista Laura Bruno

10 Novembre 2024 Redazione A&S 220

NELLA FOTO: INTERVISTA ALLARTISTA LAURA BRUNO.

Avellinese di origine ma di adozione salernitana, l'artista Laura Bruno ha frequenta la Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Napoli, vantando un ricco percorso espositivo lungo oltre vent'anni di attività, sia sul territorio nazionale che estero. Laura Bruno è un'artista prolifica e poliedrica, la sua produzione spazia dalla Pittura alla Grafica, all'Incisione alla Scultura in bronzo, dalla Ceramica alle Installazioni. Le sue opere si trovano in svariate collezioni private e pubbliche, sia in Italia che all'estero. Conosciamo meglio l'artista Laura Bruno con questa inedita intervista testuale.


INTERVISTA A LAURA BRUNO
a cura di Ivan Guidone / Sociologo e Giornalista


Quando e perché ha iniziato a fare Pittura e Scultura?

Il piacere per il disegno e la scultura è congenito ed ereditario. C’è un ramo della mia famiglia di antenati artisti, pittori e musicisti. Da piccola disegnavo per gioco, cercavo di riprodurre sul foglio ciò che vedevo. E modellavo anche figure con la cera o il DAS: era il mio passatempo preferito. Poi ho iniziato a dipingere da autodidatta, poiché ho effettuato studi classici, Liceo Classico e Lettere all’Università, dove l’Arte era solo teoria. Ormai adulta, avevo i figli piccoli ed insegnavo: solo allora ho potuto approfondire la pittura con il Maestro Virginio Quarta e poi l’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, alla Scuola Libera del Nudo, con il Professore Giuseppe Giannetti. Allora la passione ha superato il sacrificio di un impegno importante, che è stato ripagato dall’accoglienza calorosa in Accademia e dai risultati artistici.

Quali sono i suoi artisti preferiti?

Egon Schiele mi emoziona, come Francis Bacon. Esteticamente mi piace Gustav Klimt. La pittura di Van Gogh mi affascina.

E quali quelli che l'hanno ispirata in maniera particolare a fare Arte?

Nessuno in particolare. Ricordo che feci una copia di Auguste Renoir da ragazza, Le due fanciulle sul prato. Era perfetto. Mio padre lo regalò, in mia assenza, a dei lontani parenti americani in visita in Italia, mai conosciuti e mai più rivisti in famiglia! Gli impressionisti mi incantavano con le luci ed ombre. Ma dipingevo a mio modo, senza condizionamenti. In prima media una mia statuina in plastilina multicolore fu messa in bella mostra nella classe dal professore, mentre in seconda media una mia natura morta fu esposta in presidenza. Per me significava molto, ma per i professori, e per i miei genitori, valeva soprattutto la mia facilità espressiva nella scrittura, riconosciuta da tutti, al punto da condizionare la scelta degli studi successivi.

Quale è la mostra (collettiva o personale) che ricorda maggiormente?

Ricordo tutte le mostre, ognuna mi ha regalato una emozione diversa. Ma qualcuna è stata artisticamente più importante. Ad esempio quella della Biennale di Venezia, nel padiglione del Guatemala con Grazie Italia, un omaggio di artisti italiani sotto la direzione artistica di Daniele Radini Tedeschi. C’era anche Marisa Laurito, Garullo e Ottocento con un’impressionante scultura iperrealistica di Berlusconi nella bara, e tanti altri… Oppure quella al Museo del Risorgimento a Roma, l’altare della Patria! Era la triennale di Roma, a cui ho partecipato altre volte, sempre con Radini Tedeschi e Stefania Pieralice: c’era la RAI e tanti artisti: ricordo Achille Bonito Oliva e Renzo Arbore… Che dire poi delle tante mostre con Vittorio Sgarbi? A Perugia, a Ferrara, a Spoleto, a Palermo due volte, a Monreale... ogni mio incontro con lui è effervescente, tra battute e appunti divertenti. Lui mi ha selezionata per il suo libro Porto Franco ed ha recensito alcune mie opere. Anche l’incontro con Paolo Levi, che ha recensito alcuni miei lavori, fu significativo. Ricordo con emozione Philippe Daverio, carismatico e raffinato critico. Altre mostre importanti sono state quelle all’estero, in particolare a Londra, Parigi e New York.

È soddisfatto della sua ricerca artistica o c'è ancora molto da esplorare per lei?

So di non sapere... come Socrate afferma. Più si va avanti nella conoscenza, più si comprende la propria ignoranza. Non esiste un termine. C’è sempre da apprendere e sperimentare, l’Arte è come la Vita, l’Arte è Vita.

Cosa è cambiato nella sua produzione artistica dagli esordi ad oggi?

Oggi mi sento libera di esprimermi senza timore, soprattutto perché ho studiato ed approfondito le diverse tecniche pittoriche. La mia produzione artistica è prolifica, con più di 200 quadri, decine di sculture, una cinquantina di disegni a pennino e tantissimi ritratti, incisioni, ceramiche, acquerelli. Ho sperimentato con passione, e sono sempre curiosa delle novità nei colori e nelle tecniche...

Come vede l'attuale scena artistica contemporanea?

Vedo povertà di idee e di originalità: c’è voglia di stupire, senza contenuti. L’interazione tra pubblicità e arte ha influito sulla seconda, rendendola spesso oggetto di consumo... Nell’arte oggi manca la cultura ed il pensiero. L’artista ha la responsabilità di comunicare in modo originale un pensiero, che possa trasmettere l’idea di bellezza e la cultura che sono insite nella nostra storia. Questo manca e mi dispiace di vedere nell’arte contemporanea soltanto abilità tecnica oppure omologazione e copia, senza autenticità e libertà. Siamo tutti un poco drogati dall’uso dei media e poco inclini al pensiero autonomo, alla riflessione e alla critica. Ovviamente ci sono le eccezioni, per fortuna.

Ha trovato difficoltà a farne parte?

Farne parte? Certo non è facile. La cultura aiuta sempre. La visione artistica che ho maturato all’università, grazie a professori che erano all’avanguardia, come lo storico della critica d’arte Angelo Trimarco, ha affinato il mio pensiero ed ha guidato la mia creatività in un percorso personale ed originale.

Ritiene utile per un artista avere un Sito e fare uso dei Social?

È il modo attuale di comunicare, e la comunicazione è alla base dell’arte. Ma bisogna, come ho detto, avere qualcosa da dire e saperla dire.

Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?

Di seguire la propria interiorità nell’espressione artistica ma anche di approfondire, ricercare e studiare sempre, affidandosi ai Maestri che semplificano il percorso, mostrando le vie più percorribili. Il Maestro bravo sa a che punto sei ed è in grado di aiutarti a superare le difficoltà tecniche o psicologiche di quel momento. Ma se sei bravo, prima o poi sarai riconosciuto. La bravura emerge sempre.

Che ne pensa dell'Intelligenza Artificiale nel campo artistico?

Credo che presenti il rischio di appiattimento, dopo la sorpresa iniziale degli effetti speciali nei colori o nelle luci. La creatività umana può dare e dire di più, se stimolata opportunamente. L’Intelligenza Artificiale in Arte segue canoni ancora elementari, che sono utili nel Design e nella Pubblicità… ma l’artista è colui che con la sua sensibilità vede ed anticipa il Futuro. Non mi sembra che IA riesca a fare questo, per ora almeno.

Vuole dire qualcosa ai nostri lettori?

Per capire e godere l’arte suggerisco di viaggiare e visitare i musei: la bellezza può anche abbagliare, come nella sindrome di Stendhal, ma allarga gli orizzonti e nutre lo spirito. L’arte è ricchezza e l’Italia è tutta un museo. L’arte è la nostra storia e la nostra geografia, tramandata dal passato e coltivata nei secoli. Noi ci siamo immersi dalla nascita ma spesso non abbiamo gli strumenti culturali per apprezzare il tesoro che ci ha dato i natali e l’immensa eredità che custodiamo.

Ivan Guidone

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Ultimo aggiornamento: 11/11/2024, 20:25