CopertinaContributi e SegnalazioniTrame visive caoticamente ordinate: intervista all’artista Iolanda Morante
22 Aprile 2024 Redazione A&S 530
Incline ad interessanti sperimentazioni plastico-pittoriche, l'artista beneventana Iolanda Morante caratterizza le sue ultime produzioni su tela con l'inserimento di elementi extra-pittorici che vanno così a costruire delle originali trame visive che potremmo definire "caoticamente ordinate". A queste originali soluzioni visive, però, l'artista Iolanda Morante vi giunge con pazienza e dedizione. Ma conosciamola meglio con questa intervista testuale che l'artista ci ha gentilmente concesso.
Quando e perché hai iniziato a interessarti di Pittura?
Fin da bambina mi piaceva disegnare, mi divertivo a riprodurre personaggi e paesaggi e grazie al supporto delle mie maestre delle scuole elementari ho avuto anche la possibilità di partecipato a piccoli concorsi di disegno ottenendo diversi riconoscimenti. Ma credo che la passione di tentare questa strada sia nata proprio a casa dei miei nonni, passavo ore ad osservare in salone un quadro di mio cugino e sentivo anch’io un forte desiderio di voler imparare a dipingere. E così nel 1996 iniziai a realizzare questo sogno iscrivendomi al Liceo Artistico. Sono stati quattro anni difficili perché a soli quindici anni, per continuare gli studi, ho dovuto fare un trasferimento presso il Liceo Artistico di Napoli, viaggiando e studiando sul treno, ma non ho mai mollato tanto da raggiungere il Diploma a soli diciassette anni.
Quali sono i suoi artisti preferiti?
Uno dei miei artisti preferiti è Salvatore Vitagliano, mi affascinano molto i suoi quadri che raffigurano volti mistici e enigmatici con un uso di cromie che rafforzano ancora di più quel senso mistico tra la realtà e l’ignoto. Ma un altro artista a cui sono molto legata è Marc Chagall per il suo stile personalissimo, ispirato al mondo dei sogni, alla vita popolare della Russia e la rappresentazione di episodi biblici che rispecchiano la cultura ebraica.
E quali quelli che l’hanno ispirata nella sua produzione pittorica?
Devo dire che non c’è un’artista in particolare, sicuramente mi piace osservare, leggere un’opera per far sgorgare in me nuove idee, nuove visioni del mondo, nuove azioni e quindi raccogliere tante informazioni senza farmi influenzare, cercando di mantenere sempre la mia pittura molto personale e originale.
Qual è la mostra collettiva / personale che ricorda con maggiore affetto?
Ricordo particolarmente una delle prime mostre, dopo una lunga pausa artistica, che mi ha dato la possibilità di riprende con coraggio tutto ciò che avevo lasciato nel cassetto: il grande sogno di ritornare a dipingere ma anche di creare opere plastiche. Per me è stata una grande sfida personale partecipare alla VII edizione del concorso Iside Prize 2019, perché oltre a candidarmi nella sezione istallazione per la prima volta con un lavoro interamente realizzato con materiali di riciclo (una grande statua di circa due metri e mezzo che rappresentava la Dea Iside), ho scelto come mia prima apparizione da artista professionista proprio la mia città di origine, Benevento. Ricordo ancora il giorno della premiazione presso la sala consiliare della Rocca dei Rettori di Benevento, la sala era gremita in ogni suo angolo, erano presenti tantissimi artisti importanti che avevano preso parte a questo evento artistico. A me sembrava quasi impossibile poter ambire ad un riconoscimento eppure, inaspettatamente, la giuria decise di conferirmi il Primo Premio nella sezione Istallazione e fu proprio il Sociologo e Critico d’Arte Maurizio Vitiello a premiarmi. E devo dire che da lì molte cose sono cambiate, questo riconoscimento mi ha portato tanta fortuna nel mondo dell’Arte, un ricordo indelebile per me: la mia rinascita artistica direi.
È sodisfatta della sua ricerca pittorica o c’è ancora molto da esplorare per lei?
In questo periodo sto sperimentando una nuova tecnica e devo dire che sono molto sodisfatta perché sono riuscita a trovare la mia dimensione che mi permette, di essere riconoscibile come Artista esprimendo al meglio i miei sentimenti e la mia creatività. Ma esplorando me stessa e osservando il panorama dell’Arte contemporaneo posso dire: che la mia ricerca si sta formando e affinando ma non per questo è ferma, anzi sono una persona a cui piace mettersi in gioco e sperimentare.
Che cosa è cambiato in lei dagli esodi a oggi?
Molte cose sono cambiate dall’inizio, oltre lo stile, passando dal figurato all’astratto, ho modificato la mia forma comunicativa ed ho acquisito maggior padronanza e conoscenza nel settore artistico. Con gli anni e l’esperienza si acquisisce quello che definirei Identità, Diversità e Consapevolezza.
Come vede l’attuale scena artistica contemporanea?
Il panorama dell’arte contemporanea oggi si è arricchito grazie alle nuove tecnologie, ma riduce la capacità di assimilare e integrare il classico con il nuovo e il diverso caratterizzato da opere prodotte con tecniche e linguaggi nuovi: video art, video istallazione, arte digitale, fluxus, ecc. Apre le porte a molti artisti creativi, originali ma anche a molti incompetenti e spesso si producono opere avvalendosi di altre figure durante il processo della realizzazione quindi l’artista diventa l’ideatore e non il realizzatore vero dell’opera. Il trend del mercato dell’arte poi si spinge sempre di più nell’investire su opere che portano una firma e quindi è la firma che fa l’opera, mentre per gli artisti meno conosciuti diventa difficile la vendita delle proprie opere eccetto se non si lavori su commissione.
Trova difficoltà a farne parte?
Sinceramente, a volte trovo difficoltà a farne parte, certo un po’ come tutti ci sono opere che funzionano meglio rispetto ad altre, ma il vero problema sono i costi da sostenere. Bisogna essere chiari, il mercato non garantisce a tutti la visibilità e ad essere esclusi non sono i più scarsi ma chi spesso non riesce ad entrare in un circuito che spesso richiede un investimento economico. L’arte e la cultura in Italia hanno bisogno di sostegno che si deve concretizzare in risorse economiche da destinare al settore per dare la possibilità a tutti gli artisti di poter accedere e esporre gratuitamente.
Ritiene utile per un artista avere un sito e farne uso dei social?
Il sito web come l’utilizzo di altri canali social è importantissimo per un artista. È il bigliettino da visita digitale, dove puoi presentarti a un pubblico più ampio, puoi comunicare, promuoverti e anche vendere direttamente le tue opere. È ormai noto che, nei giorni nostri non essere sui principali social-network equivale praticamente a non esistere. Devo aggiungere che grazie ai social network durante il periodo della pandemia non potendo né uscire né avere contatti con gli altri mi sono ritrovata a farne un uso maggiore. Iniziando a usare Facebook ho stretto nuove amicizie con colleghi di tutto il mondo ma la cosa più interessante è quella di avere avuto la possibilità di continuare a lavorare attraverso le mostre virtuali con associazioni e gallerie all’estero.
Che cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?
A un giovane artista prima di tutto consigliere di studiare, di partire con le basi del disegno perché sono fondamentali e poi di alternare questo studio a una forma più creativa sperimentando anche altre tecniche. Iniziando fin da subito a farsi conoscere attraverso social e concorsi per acquisire maggior competenze nel settore. Ma la cosa principale è non arrendersi mai, di portare avanti il proprio sogno perché l’arte ci permette di comunicare, di trasmettere tutto ciò che abbiamo dentro, il nostro grido silenzioso, tracce non solo di noi ma anche di un periodo storico visto dai nostri occhi. Ci vuole Coraggio e Perseveranza continuando a lavorare nonostante eventuali fallimenti artistici, che contribuiscono sempre a far meglio e a trovare artisticamente ciò che rappresenta pienamente il proprio pensiero senza farsi influenzare da nessuno.
Vuole dire qualcosa ai nostri lettori?
Ringrazio in primis la redazione Arte & Società per avermi dato l’opportunità con questa intervista di ripercorre alcuni momenti significativi della mia esperienza d’artista e condividere alcune visioni personali sull’arte. Poi volevo ringraziare tutti i lettori e tutte le persone che in questi anni ho incontrato durante il mio cammino in modo particolare: il mio Maestro d’arte Tommaso Saggese per avermi sostenuta e spronata sempre e in ultimo ma non meno importante il Sociologo e Critico d’arte Maurizio Vitiello, una persona eccezionale non solo a livello umano ma un vero professionista del settore con cui ho avuto la possibilità di collaborare in alcune mostre internazionali. Concludo la mia intervista con una frase rivolgendomi a tutti i lettori: non arrendetevi mai, non chiudete mai il cassetto dei vostri sogni. La convinzione, la perseveranza, la pazienza e tanto impegno vi permetteranno di raggiungere i vostri sogni.
Ivan Guidone
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Ultimo aggiornamento: 22/04/2024, 09:33