CopertinaContributi e SegnalazioniLa Pittrice del Silenzio: intervista all’artista Maria Carmen Salis
7 Marzo 2024 Redazione A&S 853
Docente di discipline artistiche, Carmen Salis vive e lavora in Sardegna dove porta avanti la sua originale ed interessante ricerca pittorico-visiva. La Pittura della Salis è un sobrio equilibrio di forme e colori, fortemente incentrata sulla convergenza di influenze oniriche, surreali e metafisiche. Conosciamo meglio l'artista Maria Carmen Salis con questa inedita intervista testuale che ci ha gentilmente concesso.
Quando e perché ha iniziato ad interessarsi di Pittura?
Quando? Credo dalla primissima infanzia, quando ho impugnato per la prima volta una matita e ho cominciato a disegnare. Ricordo la mia maestra delle elementari che mostrava orgogliosa alla classe i piccoli disegni da me realizzati nei quaderni. Io, bambina estremamente timida, gioivo in silenzio. A tredici anni, mia madre mi regalò la prima scatola dei colori a olio con pennelli e tela. Cominciai così con le prime tele ma capivo che avevo bisogno di studi specifici e a spingermi verso lo studio artistico fu Francesco Colacicchi (pittore fiorentino), figlio del Maestro Giovanni Colacicchi. Da qui gli studi artistici, prima il Liceo artistico Foiso Fois di Cagliari per concludere con l’Accademia di Belle Arti di Carrara in Toscana. Lo studio, comunque, fa sempre parte integrante della mia vita artistica.
Quali sono i suoi artisti preferiti?
Per lo più non ho degli artisti preferiti, amo tutta la storia dell’arte e la produzione artistica di tutti i secoli con un interesse maggiore per la pittura. Interessi pittorici che spaziano dal Trecento e al Quattrocento con Giotto, Masaccio e Piero della Francesca; mi affascinano i pittori Fiamminghi e il grande Antonello da Messina per la loro tecnica pittorica, la figurazione rivoluzionaria di Michelangelo, amo Turner e Constable, gli Impressionisti e il grande Monet. Il mio interesse maggiore è per tutta la pittura del Novecento italiano e gli sviluppi della figurazione con la Scuola romana, il Ritorno all’ordine, la Metafisica, il Realismo magico. Ma c’è tanto da dire intorno agli artisti e tanti sono i pittori di cui parlare e non basterebbero solo poche righe per citarli tutti.
E quali quelli che l'hanno ispirata nella sua produzione pittorica?
Sicuramente la pittura solida e geometricamente misurata di Piero della Francesca, la metafisica e i silenzi pittorici di De Chirico, le città giocattolo e le mutazioni figurative di Savinio; gli enigmi di Magritte e la ripetizione nelle composizioni di alcuni oggetti come la mela. Il mio sguardo è rivolto anche ai Maestri italiani del Novecento, da Carlo Carrà a Morandi, da Casorati a Donghi a Funi e tanti altri. Ho sempre cercato però di rendere personale la mia pittura nonostante le influenze ci siano state.
Quale è la collettiva/personale che ricorda con maggiore affetto?
Di esposizioni ne ho fatte tante e le ricordo tutte con piacere, forse quelle che ricordo con affetto sono le collettive che si realizzavano in Accademia, erano le più discusse tra noi studenti. Ultimamente la mostra collettiva Ri-connessioni organizzata da un gruppo di amici con la finalità di far conoscere artisti che lavorano nel sud dell’Isola e la collettiva organizzata da Claudio Giulianelli a Milano che mi ha fatto conoscere il Prof. Maurizio Vitiello. Ricorderò l’evento con piacere per l’attenzione che mi è stata dedicata.
È soddisfatta della sua ricerca pittorica o c'è ancora molto da esplorare per lei?
Se sono soddisfatta? Dopo quarant’anni di ricerca pittorica posso esprimere una certa soddisfazione ma c’è ancora tanto da esplorare. Penso che sia insito nell’animo dell’artista il non essere mai soddisfatto del suo lavoro; c’è sempre stata una forte volontà di superarmi con una ricerca continua di contenuti compositivi e cromatici. Nella mia ricerca evolutiva pittorica studio da sempre nuove espressioni compositive e soggetti che possano veicolare messaggi, forme e cromatismi e che possano rispecchiare la mia soggettività del momento. Amo giocare con luci, ombre, volumi e spazi surreali che mi permettono di creare, nei miei dipinti, composizioni magiche e misteriose. Non mi fermo mai, la mia visione pittorica è sempre in evoluzione e mai stagnare nell’ultimo dipinto realizzato. Nei miei dipinti sono ricorrenti dei soggetti che fanno parte del mio vissuto, legati anche alla appartenenza ad un’isola ricca di storia millenaria e di paesaggi intensi di luce e colore.
Cosa è cambiato in lei dagli esordi ad oggi?
Direi che l’esperienza insegna, no? La mia pittura è maturata, ha trovato la sua strada, in futuro ne troverò altre ed essa cambierà ancora. Gli studi, la ricerca sulla tecnica e sui contenuti delle mie composizioni, subiranno sicuramente degli sviluppi come lo è stato in passato. Dagli esordi timidi in Accademia dove lavoravo tanto ad oggi, c’è sicuramente maturità, ma soprattutto la consapevolezza che sono fondamentalmente una pittrice a cui piace dipingere, sempre e comunque, e che si diverte con soddisfazione a farlo.
Come vede l'attuale scena artistica contemporanea?
Molto intricata e ricca di esperienze ed espressioni diverse! D’altronde in questi due secoli l’arte è in continuo mutamento, cambiano codici e cambiano i canoni, la stessa società cambia talmente velocemente che richiede all’arte stessa di adeguarsi a nuove forme di comunicazione, stabilendo nuove forme e visioni. L’artista è sempre un creativo immerso nella società contemporanea e ne subisce positivamente o negativamente i suoi influssi e su questi elabora codici e canoni. È sempre stato così: il ruolo dell’artista è sempre stato quello di interpretare il tempo, la società in cui vive e con sensibilità e introspezione la mette in risalto, portandola in primo piano e proponendo nel suo lavoro la sua visione. Ora, farne parte o meno, è una libera scelta. Io ne accetto le visioni ma, in un certo senso, ne sto ai margini per mia libera scelta.
Trova difficoltà a farne parte?
In parte. Colpa mia! Sono una solitaria per natura e amo i silenzi, non amo il caos e la confusione. Le difficoltà sono anche legate a come si propone il mercato dell’arte, un mercato troppo commerciale che offre pseudo opportunità a tutti gli artisti che sperano di emergere. Premetto che anch’io sono stata ammaliata da tante proposte, però ben presto mi sono resa conto che questa era solo una macchina mangia soldi, che sfrutta le aspirazioni di tanti artisti che sperano di essere notati dai critici, galleristi e mercanti d’arte. Purtroppo non è così. La tua fetta di notorietà la coltivi nel tuo studio, lavorando sul tuo personale stile pittorico. Credo che, se il tuo lavoro è valido e comunica emozioni, prima o poi il salto lo fai. Devi cercare solo le persone giuste (intendo critici e galleristi seri) e augurarti che il tuo lavoro colpisca e susciti interesse. Il salto come me c’è stato e, dopo anni di lavoro, collaboro con alcuni galleristi e critici d’arte che sostengono positivamente la mia pittura.
Ritiene utile per un artista avere un Sito e fare uso dei Social?
Utilissimo in un mondo contemporaneo che comunica, ahimè, soprattutto con i social e con il web. La società ormai si sviluppa attraverso Internet che dà ampia visibilità e opportunità infinite a livello globale. Avere un Sito è fondamentale per promuovere il proprio lavoro artistico; questo discorso comunque è valido per qualsiasi campo lavorativo.
Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere il percorso artistico?
Nell’intraprendere la professione dell’artista bisogna essere consapevoli che è un mestiere fuori dagli schemi, con tante difficoltà. Quindi, essere pronti a lottare e studiare tanta Storia dell’Arte, ma soprattutto trovare nel lavoro la propria personalità espressiva per farsi riconoscere tra tanti per il proprio stile pittorico. Soprattutto credere nel proprio lavoro e non mollare mai, l’arte è passione e se c’è passione anche le difficoltà si superano facilmente. Consiglio fortemente di trovare un gallerista serio, ce ne sono tanti, che possa aiutare e divulgare la propria arte. È difficile ma è l’unica via da percorrere per poter emergere.
Vuole dire qualcosa ai nostri lettori?
Mah, non lo so! Forse ricercare in tutto quello che ci sta attorno il bello delle cose, soffermarsi e godere della loro bellezza ed esserne felici. Questo aspetto dell’estetica del bello si sta perdendo in una società troppo frenetica e veloce, dove conta l’istante e l’effimero. Davanti un’opera d’arte, ad un paesaggio, ad una architettura o altro, non siamo superficiali, nel senso ‘la guardo due secondi e passo ad altro’. Soffermiamoci a guardare ed ammirare la sua bellezza.
Ivan Guidone
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Ultimo aggiornamento: 07/03/2024, 14:29