CopertinaContributi e SegnalazioniIl Gioco dell’Arte: una grande mostra personale a Roma che segna il ritorno di Antonella Cappuccio
10 Marzo 2022 Redazione A&S 2974
Patrocinata dalla Regione Lazio e presentata dalla FEDERART Federazione Artisti e dalla Fondazione Antonio Biondi, la mostra si inaugura l'11 Marzo 2022, alle ore 18:00, presso la Galleria Accademie di Roma (Via degli Orti d’Alibert 30), con l’esecuzione di arie d’opera interpretate da Salvina Maesano. La mostra, curata da Marco Bussagli e Francesco Ruggiero e coordinata da Javier Stacchiotti, rimarrà aperta tutti i giorni, esclusi i festivi, fino a Venerdì 8 Aprile 2022.
Successivamente, il giorno 17 Marzo 2022, dalle ore 18.30, nella Sala di Scena di Via degli Orti d’Alibert 1, verrà proiettato il docufilm dal titolo "Antonella Cappuccio Il Gioco dell’Arte". L’ingresso è libero nel rispetto delle condizioni di sicurezza indicate dalle vigenti norme anti-COVID. Disponibile in mostra il catalogo generale e la monografilm di Antonella Cappuccio.
In questa sua personale, l'artista Antonella Cappuccio presenta al pubblico il meglio della sua produzione pittorica: in mostra ci saranno un gruppo di sue opere tratte da La Tempesta di Shakespeare, la Pittura di Carta e i Teatrini. Come afferma uno dei curatori Marco Bussagli: L'articolata esposizione del percorso creativo di Antonella Cappuccio non sarebbe completa se non avessimo l'accortezza di richiamare l'attenzione su un altro aspetto della poetica dell'Artista. Mi riferisco all'impiego di quelle che mi diverto a chiamare tecniche non convenzionali, le quali sono una costante nel modus operandi nella sua produzione decennale.
In questa mostra l'artista recupera quelle opere che la solleticano e le reinterpreta con i nuovi mezzi e modi linguistici che si è appena inventata. Ad esempio nella sua Pittura di Carta, non si tratta di collage in senso stretto: l'Artista taglia la carta di riso con le mani che incolla con il vinavil sul supporto opportunamente preparato. Sulle opere realizzate con questa tecnica, poi, la Pittrice opera con il colore, a segnare ombre di personaggi che sono al di fuori del supporto dipinto, come se qualcuno fosse passato per sbaglio lì davanti e avesse lasciato traccia della sua presenza con l'ombra portata che si proietta lì sopra. Con questo ulteriore intervento, l'artista Antonella Cappuccio innesca un dialogo tra lo spazio interno del quadro e quello esterno ad esso, per cui lo spettatore, o il fruitore come si potrebbe dire con linguaggio forbito, si sente coinvolto in prima persona. In altri termini, chi guarda l'opera viene, in certo senso, preso fra due fuochi narrativi, quello interno al quadro e quello esterno di cui l'opera stessa porta traccia, in un percorso dinamico di grande intensità. Infatti, la suggestiva soluzione adottata dall'Artista, quando compare, finisce per rendere attuale ii soggetto del quadro e virarne il senso in virtù di un'interpretazione secondo quell'ottica del quotidiano che sdrammatizza ii tema rappresentato, talora, con un filo di bonaria ironia.
Nella pittura di Antonella Cappuccio, le scene si apparecchiano come il palcoscenico del teatro; solo che sulla tela restano ferme in attesa che lo sguardo dell'ammiratore di turno, complice e felice, vi si posi sopra per portarle a nuova vita, nella Anima di ciascuno. E questo il gioco della Pittura e quando la Pittura non basta più, allora, i personaggi possono uscire dalla cornice e conquistare lo spazio circostante.
Ad esempio, con l’Annunciazione di Botticelli conservata agli Uffizi, quella che aveva già impiegato per il suo Primogenito con la tecnica delle pennellate di carta, adesso è diventata un teatrino con tanto di cornice da cui fuoriescono le ali dell’Arcangelo Gabriele che, felice, esibisce il velluto di quella veste botticelliana che Alessandro Filipepi mai avrebbe potuto immaginare nei termini con cui Antonella l’ha restituita. Di certo ne sarebbe stato felice e di certo avrebbe notato le sottili trame che la Pittrice di Ischia tesse con le sue citazioni-reinvenzioni. In questo modo, i rimandi e gli intrecci si moltiplicano e se il Candido di Voltaire, come si è visto, richiama Italo Calvino, si capisce perché un altro di questi sogni di gommapiuma, sia dedicato al Barone rampante, dove il giovane protagonista del romanzo, Cosimo Piovasco di Rondò, inizia alla lettura il bandito Gian de Brughi, con cui stringe amicizia, e lo indirizza, ovviamente, sulle pagine di Voltaire. In altri termini, Antonella dice più di quel che dipinge e una tecnica, se si vuole povera, come quella di fil di ferro e gommapiuma, finisce per amplificare l’argomento, tanto che i sogni si rincorrono in un gioco di sponda. Il che, però, non vuol dire che Antonella non possa, in certi casi, quando vuole, graffiare e criticare inserendo una riflessione polemica fra i suoi sogni, come con Operetta, ispirata al testo celebre di Bertolt Brecht intitolato L’Opera da tre soldi, ma resa attuale dalla presenza di alcune caricature di parlamentari italiani. Del resto, il risvolto politico dell’Arte è una costante di tutte le epoche, come sa bene Antonella che non ha potuto fare a meno d’inserire nella sua Galleria dei sogni Il bacio di Hayez ridotto a teatrino. Non è un segreto per nessuno che nelle tre versioni dal 1859 al 1861, al 1867, alludeva all’innamoramento fra Italia e il suo Popolo. Come si vede, le tecniche non convenzionali risultano particolarmente efficaci per reinventare l’Arte e aprire nuove strade alla Creatività.
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Ultimo aggiornamento: 13/03/2022, 09:14