CopertinaAtlas ArtistiRoberto Franchitti / Biografia
29 Marzo 2022 Redazione A&S 1620
Franchitti dedica la quasi esclusività della sua formazione alla sperimentazione e ricerca nell’ambito creativo, spinto da una innata curiosità per tutto ciò che sa di novità da verificare. Una matita e un supporto, a volte improvvisato, sono i compagni di strada che accompagnano la vena espressiva dalla nascita. Fantasista di formazione spontanea, passa dai disegni dal vero di monumenti ai rilievi di strutture architettoniche, a caricature improvvisate in strada, a ipotetici cartoons e vignette satiriche, a modellazioni in argilla senza disdegnare l’uso manuale per l’incisione su legno e altro.
Entra nel mondo lavorativo e collabora per molti anni con lo studio di un noto architetto romano. Può in tal modo esercitare la creatività passando da progettazioni edilizie a studi urbanistici, allestimenti di scenografie televisive tanto interne quanto in esterni, disegno di mobili e suppellettili, allestimenti di mostre e espositori per l’arte.
Successivamente, Franchitti torna nella provincia molisana per stabilirvisi come residenza di riferimento, iniziando una vita professionale del tutto autonoma. Tenendo sempre bene in vita una punta di autoironia e la voglia di non prendersi mai troppo sul serio, l'artista coltiva la vocazione per la fantasia intesa come soluzione ai preconcetti e alle cose precostituite. Riveste cariche per la pubblica amministrazione. Non da ultimo si dedica a esperienze nel campo del Design, realizzando mobili in legno o metallo così come gioielli e oggettistica accessoria per l’uso quotidiano. Si accompagna alla propensione, sopita e malcelata, per la creatività che riesca a mettere in discussione pregiudizi e preconcetti cercando in altro ciò che sembra scontato essere già stabilito.
Il passo verso l’arte più viscerale sembra breve quanto inevitabile. Ciò che è vissuto non è rinnegato e proprio dall’esperienza vissuta scaturisce una visione creativa di svincolo da norme e da normative; la via percorsa ne condiziona l’espressione: ciò che si è conosciuto si riscopre sotto una diversa angolazione, decentrata e capace di osservare ciò che prima era semplicemente visto.