Focus sulla performance “Faces Project” di Elvira Carrasco alla Ro’S Gallery di Bergamo (articolo + foto)

8 Ottobre 2024 Redazione A&S 206

NELLA FOTO: FACES PROJECT DI ELVIRA CARRASCO.

Crisi d’identità che rimanda a concetti di “forma” e “vita”? Convinzione che la nostra esistenza materiale sia una “trappola” che imbriglia i nostri “centomila” alter ego rifranti e spezzettati?

Lo scorso 26 Settembre 2024 presso la Ro’S Gallery di Bergamo si è svolta la performance dell’artista spagnola Elvira Carrasco. «Uno, nessuno e centomila: lo sguardo... il colore», solo per citare alcune parole tratte dalla presentazione della brava e coraggiosa Rossana Pedrali nella sua Ro’S Gallery, dove abbiamo assistito, numerosi, alla performance della rivoluzionaria artista proveniente dalla città di Cuenca, in Spagna. Ci si è letteralmente interrogati sull’azione, le mani del pittore, non più rivolte ad agire in avanti per campire superfici, bensì rivolte verso sé stessi come quando ci si trucca, ci si pettina o si mangia, la tela è il volto. Una nuova action painting che riscopre e mette a nudo un’interazione tra corpo e colore.

Emozionandomi davanti a tanta bellezza, mi sono apparse magicamente le performance del trasgressivo Giuseppe Desiato, mio insegnante al liceo artistico recentemente scomparso, le cui peculiarità delle azioni in rapporto al gesto pittorico, il tessuto connettivo in perenne trasformazione, l’utilizzo di superfici diverse (il corpo), le forme fluide libere da ogni coercizione stilistica, così come le gestuali stesure di colore, diventano l’atto conclusivo della performance e l’azione di apertura di quella che seguirà, un ininterrotto dialogo tra l’uomo e il mondo.

I rifranti e sagomati volti di colore di Elvira Carrasco si interrogano e ci interrogano, occhi, che come finestre aperte sul mondo, ci catturano, sguardi enigmatici e vitali che continuano a esser vigili tra cromatismi d’energia pura. Agire che poi si immobilizza in quella fase di restituzione dell’opera fino a ‘produrre’ esiti direi inafferrabili. Effimero processo esperito sulla pelle, eternato dalla macchina fotografica posta davanti a una finestra, fonte di luce, punto di riferimento, luogo.

Racconto affabulatorio della sua stessa vita, che siano le opere pittoriche o le sculture, la Carrasco rende intenzionalmente non provvisorio ciò che crea, transazioni cromatiche si traducono in codici la cui componente performativa è pietra miliare. Siamo davanti a un processo creativo che dà sostanzialmente vita al gesto oltre l’atto performativo e, seppur contaminandosi di action painting e body art, la ricerca creativa di Elvira Carrasco si concentra sulla dialettica tensione con lo spettatore il quale viene a percepire le vibranti emozioni mentre, in ascolto, le filtra dai soggetti rappresentati.

Ogni sua opera racconta storie che si imprimono negli occhi di chi osserva, fenditure per guardare oltre. Le chiare e vive pupille o i dettagli del viso, che rimangono intatti e puri nei suoi ritratti, riflettono luci e paesaggi di attimi irripetibili, immortalati dalla macchina fotografica. Pittura e fotografia, strumenti dialoganti che si esplorano vicendevolmente con ponderato equilibrio formale.

(articolo e foto a cura di)
Gaetano Fiore

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Ultimo aggiornamento: 10/10/2024, 18:40