È morto Christo, il “profeta” della Land Art: una breve trattazione

1 Giugno 2020 Redazione A&S 3279

NELLA FOTO: CHRISTO AND JEANNE CLAUDE THE FLOATING PIERS LAGO ISEO FOTO WOLFGANG VOLZ.

Il grande artista Christo è morto ieri – 31 Maggio 2020 – a New York, all’età di ottantacinque anni.

Sulla sua scomparsa, il Ministro Franceschini dichiara: L’arte perde un grande protagonista che ha amato l’Italia e che ha stupito il mondo rendendo spettacolari i paesaggi e le bellezze naturali. Ho camminato sull’acqua con lui sul Lago d’Iseo sulla sua installazione “The Floating Piers”. Proprio quest’ultima celebre installazione sull’acqua ha richiamato migliaia e migliaia di entusiasti turisti e visitatori da tutto il mondo.

Christo nacque a Gabrovo, in Bulgaria, il 13 Giugno 1935, dall’imprenditore Vladimir Yavachev e da Tsveta Dimitrova, segretaria dell’Accademia di Belle Arti di Sofia, dove il giovane Christo avrebbe studiato dal 1953. Nel 1956, finiti gli studi, si trasferì a Praga e l’anno dopo raggiunse l’Austria, aggirando i blocchi dell’URSS; poi, da Vienna si recò a Ginevra sino a raggiungere, nel 1958, Parigi dove, vivendo ai margini della società, riuscì a sopravvivere realizzando ritratti firmati ancora con il cognome di Yavachev.

Le prime opere firmate Christo sono astratte e degli impacchettamenti di oggetti e di modelli viventi nella tela o nella plastica. Questi lavori suscitarono l’interesse di suoi amici, tra i quali Arman e Yves Klein, con cui si unì, poi, al movimento del Nouveau Réalisme. L’incontro con Jean Claude avvenne nel 1958, a Parigi ma la loro relazione doveva iniziare solo più tardi; sposata con Philippe Planchon, Jean Claude infatti scoprì di essere incinta di Christo che, ai tempi, frequentava sua sorella, Joyce.

L’11 Maggio 1960 nacque il loro primo figlio Cyril. La loro prima opera insieme è del 1961, nel porto di Colonia e, nel 1962, la prima installazione monumentale, il “Rideau de Fer”, un muro di barili d’olio a bloccare rue Visconti a Parigi, vicino alla Senna, in un clamoroso segno di protesta contro il muro di Berlino. Due anni dopo si trasferì negli Stati Uniti. Insieme a Jean Claude iniziò a qualificare e definire la propria ricerca, realizzando progetti di ampio respiro. Intervenne in maniera diretta quanto effimera su edifici, monumenti e/o paesaggi interi.

Entrambi sono considerati tra i pionieri della Land Art, anche se non comparirono nel film di Gerry Schum del 1968, che diede il nome al movimento artistico di Walter De Maria, Robert Smithson e Richard Long, tra gli altri. Le loro opere sono state realizzate in quasi tutto il mondo, tra grandi edifici pubblici e paesaggi emozionanti.

Da Spoleto, dove, nel 1968, imballarono la Fontana di Piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini, a Berna, dove fu la Kunsthalle a essere impacchettata, fino al Giappone, dove, in una valle compresa tra Hitachiota e Satomi, portarono tremila ombrelli, diffusi su 120 chilometri. Nel 2016, poi, ancora in Italia, con “The Floating Piers”, una passerella di 3,5 km sul Lago d’Iseo, come riferito in apertura.

Maurizio Vitiello

(fonte: foto di Wolfgang Volz tratta dal sito ufficiale di Christo e Jeanne-Claude)

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Ultimo aggiornamento: 11/11/2023, 10:19