Da Firenze un nuovo ed energico progetto artistico: Eterotopie Dissidenti

19 Novembre 2020 Redazione A&S 3736

NELLA FOTO: PERFORMANCE ETEROTOPIE DISSIDENTI.

Firenze, anno 2020: un collettivo di giovani artisti e una location storica di eccezionale pregio, l’Hotel Torre Guelfa ospitato nel trecentesco Palazzo Acciaiuoli nel cuore della città, uno degli edifici privati più alti di Firenze ed uno dei pochi medievali rimasti.

In questa cornice particolare che ci riporta subito alla mente per analogia, la magia creativa, ma anche l’amaro contesto, del Decameron boccaccesco, un hotel temporaneamente chiuso a causa del COVID-19 si trasforma in un progetto virtuoso di residenza artistica, grazie alla disponibilità dei proprietari, la famiglia Zucconi, e alla determinazione di un giovane gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Da questa premessa particolare nasce Eterotopie Dissidenti, un’azione artistica nata dall’interno per l’intorno, una fucina che non si propone di generare artefatti ma atti artistici, con il preciso scopo di promuovere azioni collaborative nei confronti della proposta storico-artistica della città, innescando un dialogo aperto e dinamico e una contaminazione totale tra le arti.

Se già Foucault, nel secolo scorso, introduceva il termine eterotopia per indicare «quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi» forgiandolo sul modello del concetto di utopia, e allo stesso tempo come suo simmetrico inverso, oggi è sempre più evidente che la trasformazione degli spazi urbani, avvenuta in parallelo con la frantumazione e la rifondazione dell’idea stessa di spazio espositivo, ha portato alla ricerca di nuovi modi d’azione tramite i quali gli artisti possano esprimersi, instaurando un rapporto profondo e inconsueto con i luoghi e con il pubblico.

Nell'intorno il vero è un momento del falso:
nella nostra esistenza nell'intorno
ci proponiamo come portatori di falsità.

(dal Manifesto di Eterotopie Dissidenti)

In uno spazio contemporaneo che si presenta multiforme e poliedrico, in un momento storico così particolare per il mondo dell’Arte e della Cultura e nel contesto storico di una Firenze rinascimentale, Eterotopie Dissidenti è un luogo reale, antropologico, sociale, un progetto funzionale a una lettura della realtà a più piani non sovrapponibili, proprio in nome di una lettura altra degli stessi.

In piena pandemia COVID-19, in cui la presenza ubiquitaria del virus è in grado di «sospendere, neutralizzare, invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano», chiudendoci in uno spazio definito che ci ricorda un Aleph borgesiano, la Torre Guelfa si trasforma in una sorta di mondo-ambiente heidegerriano, un macro-micro-cosmo con gli occhi ben aperti sul qui e ora, attento a recepire ciò che accade nello scenario urbano.

Eterotopie Dissidenti è attivo dal 22 Settembre 2020 nelle stanze sospese del terzo piano dell’albergo, uno spazio-laboratorio fluido e inclusivo pronto a ricevere e creare stimoli al suo interno e verso l’esterno, in un vortice creativo contemporaneo deciso a non fermarsi.

Il progetto, nato da Corso Zucconi, Asia Neri e Gianluca Braccini, ospita, al momento, sette artisti in residenza: Gianluca Braccini, Lilia Garifullina, Laura Manetti, Jonathan Soliman, Christina P. Olvera, Rocco Gurrieri e Irene Montini, mentre molti altri collaboratori lavorano a vari progetti inediti in sinergia con il collettivo.

Prime azioni realizzate dal collettivo

Trame Urbane_atto1
  • Trame Urbane è un progetto di installazioni diffuse importate nel tessuto cittadino. Il primo atto è legato all’opera Wolves Coming di Liu Ruowang, in piazza Santissima Annunziata a Firenze, realizzato fra il 19 e il 20 ottobre.
    Il collettivo ha risposto all’invito lanciato dall’artista ad interagire con la sua opera intessendo una rete di fili rossi che sospendono composizioni di scrittura e disegno.
    Messaggio intrinseco dell’atto performativo è quello di rivendicare il diritto degli artisti fiorentini di creare un dialogo aperto e costruttivo con l'ambiente urbano circostante e mettere in campo il concetto espresso da Ruowang stesso, ossia la volontà di creare un’interazione totale, senza distanza, tra i visitatori dell’opera d’arte e l’arte stessa. Noi siamo abituati a immaginarci l’arte come un qualcosa di distante dalla vita di tutti giorni, delimitato da precisi confini. L’arte è qualcosa che deve entrare a far parte della vita di tutti i giorni.
Aria_Artefatti Residenti In Aria
  • Installazione che sceglie l’atto performativo del volo per la diffusione di micro-esperienze svolte all’interno dello spazio di residenza. Una composizione che assembla elaborati di scrittura e disegno, danno vita ad un’installazione leggera e mobile, liberata sopra la città.

I prossimi progetti in cantiere riguardano la creazione di una rivista, un nuovo format musicale, nonché audio-installazioni diffuse nel tessuto urbano.

Valentina Anselmi

Contatti:

Crediti fotografici:

  • Patrizio Usai
  • Davide Piro

   

     

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    Ultimo aggiornamento: 19/11/2020, 13:48