CopertinaContributi e SegnalazioniCronaca del restauro della "Madonna con Bambino, i Santi Geronzio e Maria Maddalena e i Donatori"
26 Agosto 2020 Redazione A&S 3451
La rivista Arte & Società vi propone il report inedito dell'intervento di restauro dell'opera "Madonna con Bambino, i Santi Geronzio e Maria Maddalena e i Donatori" a cura della restauratrice Cinzia Giorgi. Le foto sono di Paolo Triolo, Annamaria Amura e Fabio Speranza.
La bellissima tela dal titolo "Madonna con Bambino, i Santi Geronzio e Maria Maddalena e i Donatori", conservata oggi presso il Pio Sodalizio dei Piceni in Roma e risalente al 1590, è attribuita a Francesco Baldelli, ma fu terminata con molta probabilità da Antonio Cimatori, detto il Visaccio. L’opera era in origine collocata sull’altare Berardi della chiesa di San Francesco a Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino, poiché era stata commissionata alla bottega di Barocci dalla famiglia cagliese Berardi, devota al culto mariano e a San Geronzio, protettore della città. Nella parte inferiore della tela sono raffigurati, in contemplazione della Vergine con bambino, i membri della famiglia: il capofamiglia Ettore, insieme ai suoi figli e la moglie Ortensia con le figlie.
Questo dipinto ebbe fama di essere opera di pregio, in quanto realizzata da Federico Barocci o dai suoi collaboratori, per questo fu confiscata nel 1811, in periodo napoleonico, e trasportata a Milano. Dopo diverso tempo la tela fu restituita ai legittimi proprietari e ricollocata nell’altare della chiesa dove rimase probabilmente fino alla metà dell’Ottocento. Successivamente dopo una lunga serie di spostamenti venne comprata dal Pio Sodalizio dei Piceni nel 1905.
Il prezioso restauro dell’opera è stato svolto nell’ambito del progetto di ricerca “Federico Barocci: indagini sulle tecniche esecutive e ipotesi sul riutilizzo dei disegni preparatori nella bottega” ideato da Daphne De Luca, il cui comitato scientifico è stato composto da L. Baratin, B. Cleri, D. De Luca, dell'Università di Urbino Carlo Bo.
L’intervento di restauro è stato svolto dal 26 Gennaio 2016 fino al 10 Maggio 2017, sotto la direzione tecnica di Daphne De Luca, nell’ambito delle attività didattiche della Scuola di Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, da Silvia Fioravanti e Giulia Cappelletti, con la collaborazione di Vanessa Ubaldi.
Il restauro è stato diretto da Lucia Calzona, funzionaria della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma e ha visto la partecipazione di due allieve dell’ICR (Istituto Centrale del Restauro), Elena Zaccagnini ed Eleonora Sciabolazza, nell’ambito di uno stage formativo e di Cecilia Balsi.
Grazie alle numerose indagini diagnostiche è stato possibile ricostruire la storia del manufatto, identificare i materiali costitutivi e le fasi compositive. Il dipinto, disposto su telaio ligneo, è stato realizzato con pigmenti ad olio. Durante la fase diagnostica è stato possibile risalire sia al disegno preparatorio, eseguito in più fasi e con diversi ripensamenti, sia identificare i diversi pigmenti impiegati nelle campiture come: il bianco di piombo, il cinabro, la terra rossa, i lapislazzuli e il blu oltremare. Interessante è stato anche l’identificazione della foglia d’oro su bolo rosso, applicata sulla corona della Vergine, allo scopo d’impreziosire e dare luminosità alla composizione.
Lo stato conservativo dell’opera, prima dell’intervento restaurativo, era caratterizzato da diverse alterazioni e degradi. In corrispondenza del telaio erano presenti depositi incoerenti, lievi mancanze di materiale e fori, dovuti con molta probabilità ai vecchi sistemi di ancoraggio.
La pellicola pittorica era caratterizzata da depositi superficiali coerenti e incoerenti, dall’alterazione cromatica dello strato di finitura risalente a successivi interventi di restauro, crettature localizzate degli strati preparatori e della pellicola pittorica, lacune di piccola e media entità nella parte centrale e nelle zone perimetrali e da una lacuna di grave entità nella parte inferiore.
L’intervento di restauro ha previsto la rimozione meccanica dei depositi incoerenti e coerenti con l’impiego localizzato di gel acquosi, rifiniti successivamente con solventi organici neutri gelificati. L’intervento di pulitura, attento e rispettoso della materia originale, ha permesso di rimuove molti dei ritocchi alterati e delle ridipinture che debordavano sulla pellicola originale, permettendo il recupero visivo delle cromie originali e di alcuni particolari poco fruibili o nascosti.
Conclusa la pulitura e la rimozione delle vecchie stuccature ritenute non idonee, è stata applicata una vernice protettiva prima di procedere alla stesura delle nuove stuccature e delle reintegrazioni pittoriche eseguita ad acquerello. Infine, la superficie è stata protetta con l’applicazione di una resina sintetica in soluzione.
La tela conserva una storia molto interessante, riportata dalle fonti, che riguarda un furto di una parte della raffigurazione. Il ladro, tramite uno strumento affilato, resecò l’intero gruppo femminile nella parte destra della composizione, in quanto considerata prodotto di alta qualità e creazione del Maestro Barocci.
Una volta reciso il lembo, in gran fretta e con poca attenzione, arrotolo la tela e dispose la pellicola pittorica rivolta verso l’interno. La parte tagliata fu però tempestivamente ritrovata in Toscana e restituita al proprietario e con molta probabilità riaffidata per il restauro alla stessa bottega del Barocci. Furono quindi ricuciti i lembi tagliati, ristuccate le lacune degli strati preparatori e ridipinte le parti mancanti con molta maestria.
Lo studio della tela e le preziose informazioni ricavate dall’intervento conservativo svolto dalle restauratrici, sono stati oggetto di un intervento nell’ambito della giornata di studi dedicata al modus operandi del pittore Federico Barocci e della sua bottega, “Sulle Orme di Federico Barocci. Tecniche Pittoriche ed Eredità Culturale”.
Il convegno, curato da Daphne De Luca e dedicato alla memoria di Andrea Emiliani, noto studioso di Barocci scomparso nel 2019, si è tenuto presso la Sala del Consiglio Dipartimento Studi Umanistici Università Roma Tre, lo scorso 26 Febbraio 2020.
La tela, una pala d’altare di notevole valore e bellezza, grazie al restauro ha riacquistato tutto il suo splendore. I colori brillanti e gli incarnati luminosi hanno restituito alla composizione gioia, serenità e devozione, creando nell’occhio e nel cuore di chi guarda una profonda ammirazione per la sapiente mano che la creò.
Cinzia Giorgi
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Ultimo aggiornamento: 29/03/2022, 11:09